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dicembre 2003 - 4a AVVENTO
Mic
5,1-4a / Eb 10,5-10 / Lc 1,39-48
Ecco, io vengo
per fare la tua volontà
(Eb 10,9)
Questa parola esprime con efficacia il programma di
Gesù per la sua vita. Così ha fatto anche Maria, così hanno fatto i santi lungo
i secoli, così fa ogni persona che vuole rispondere alla chiamata di Dio.
Fare la volontà di Dio è il modo vero per dire a Dio
che lo si ama, che Lui è tutto, che si intende realizzare il suo progetto su di
noi. Che significa: non programmare nella propria vita qualcosa di limitato e
insoddisfacente, perché pensato unicamente dalla nostra mente, ma abbandonarsi
ed attuare il disegno che Dio, nel suo Amore, ha pensato su ciascuno di noi.
C’è infatti su ogni uomo un suo disegno, sempre meraviglioso, appagante, che
porta felicità.
Oggi il programma di molti è quello di una buona
sistemazione economica e sociale, dove il lavoro e il tempo libero sono
orientati alla ricerca di esperienze, di conoscenze, di piaceri.
Un programma, come si vede, unicamente terreno, che
ha perduto ogni respiro cristiano, che dà una felicità transitoria e non
prepara certo alla vita eterna. Un programma, soprattutto che non conosce ciò
che l’uomo, se vive da figlio di Dio, può sperimentare fin da questa vita.
Facendo la volontà di Dio, infatti, il Signore risponde
al nostro amore col suo amore. Se noi diamo con generosità del nostro ai
fratelli, egli ci ricolma con una sovrabbondanza di beni. Se cerchiamo il suo
Regno, ci dona quanto necessita in sovrappiù. Se mettiamo al primo posto Lui
nel nostro cuore - anteponendolo ai parenti e ad ogni nostro bene - Egli ci
riempie di cento volte tanto.
Suor Anna, 33
anni. Fino a 12 anni prima passava le notti nelle discoteche a danzare come
cubista per animare ed eccitare le folle di giovani che amano quel tipo di
divertimento. «Ho ballato a Canale 5, a Raiuno, in convention, nei teatri...
insomma la vita me la son goduta».
Che cosa è
cambiato?
«Quello che è
cambiato è il modo con cui mi relaziono con le cose con cui vivo e con le
persone che ho attorno. Prima la reazione era quella di possesso, la ricerca di
qualcosa o di qualcuno che potesse riempire il vuoto d’amore dentro di me. Ora
questo vuoto non c’è più e quindi godo di tutto quello che ho e sono nella
pienezza».
La mamma era
molto preoccupata della vita che faceva e cercava in tutti i modi di aiutarla a
ritrovare un rapporto nuovo con Dio.
Una volta
acconsentì a questo desiderio della madre dopo aver resistito per 8 mesi e va
ad una messa presso una comunità di giovani. Ricorda così quella circostanza:
«Sento un sacerdote che dice “... perché Dio ti ama, Dio ti ama...” e questa
cosa mi sconvolgeva da morire e poi vedevo anche questi giovani presenti che si
volevano bene, erano semplici, c’era tra loro proprio l’amore vicendevole...».
Racconta poi
dell’ultima volta che ha ballato in discoteca: «È stato dopo che avevo avuto
chiaro, chiarissimo che Dio c’era ed era dentro di me e io ho detto: no, non
posso più sciupare il mio corpo, il mio corpo è tempio di Dio, no, non posso
più...
Ho lasciato
tutto dicendo che avevo incontrato Gesù e non volevo più quella vita squallida
e indecente. Questo non vuol dire che non si deve andare in discoteca, ma
bisogna vedere come uno vive le cose, come si comporta con le persone».
Ora è suora e
dedica la sua attività per portare ai giovani quello stesso amore di Gesù che
un giorno le aveva riempito per sempre quel vuoto d’amore che l’aveva spinta a
vivere per anni una vita nelle discoteche nel vano tentativo di colmarlo. E lo
fa proprio attraverso la sua passione per la danza, organizzando spettacoli,
coreografie, feste un po’ dappertutto per comunicare a più persone possibili lo
stesso amore di Gesù che riempie e colma ogni vuoto e fa sperimentare quella
pienezza che tutti cercano ma che spesso non sanno dove trovare.
trascrizione
da Raiuno nella Giornata mondiale delle vocazioni
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a cura di Tarcisio P.