21 agosto 2005 - 21a domenica t. ord.

Is 22,19-23 / Rm 11,33-36 / Mt 16,13-20

Voi chi dite che io sia?

(Mt 16,15)

 

Gesù un giorno fece un sondaggio di opinioni. Voleva educare i suoi discepoli, e in un momento di tranquillità, rivolge loro la domanda: «La gente chi dice che sia il figlio dell’uomo?». Essi sono informati sulle voci che circolano sul conto del Maestro; ma lo scopo della domanda era un altro. Per questo incalza chiedendo: «Voi chi dite che io sia?». Questa seconda domanda li spiazza. Se alla prima domanda gli apostoli «risposero» insieme, a questa uno solo rispose, Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Solo uno risponde a dirci che tutti i discorsi su Gesù rimangono parole, bei pensieri, belle opinioni, finché non diventano esperienza personale. E questa nasce dall’ascoltare una ‘voce’, ben diversa dalle voci della strada; una voce che viene dall’alto, dal Padre, datore di ogni bene. Anche della fede.

E per te chi è Gesù? È importante avere il coraggio di accogliere la grazia e proclamare: «Tu, per me, sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Essere cristiani è conoscere e amare la persona di Gesù. È conoscere e amare Lui come Figlio di Dio che si è fatto mio fratello per darmi il suo stesso rapporto con il Padre. Rapporto che mi apre ad ogni altro come ad un fratello. Ogni uomo è mio fratello perché abbiamo lo stesso Padre.