21 luglio 2002 – 16ª domenica t. o.

Sap 12,13.16-19/ Rm 8,26-27 / Mt 13,24-43

 

IL REGNO DEI CIELI SI PUÒ PARAGONARE AL LIEVITO

Mt 13,33

 

L’espressione regno dei cieli indica il progetto che Dio ha nei confronti del cosmo e della storia; è fatto di armonia, di liberazione, di vita sovrabbondante. Ebbene, questo progetto pur straordinario ha inizi umili, piccolissimi. Ma come pochi grammi di lievito immersi in una massa di farina nascostamente ed efficacemente la trasformano, così la presenza del regno dei cieli fa sbocciare la vita nell’umanità.

Questo lievito è l’amore di Dio, che si fa piccolo e umile, scende sulla nostra terra ed entra nella nostra vita senza paura di sporcarsi. Questo lievito siamo noi cristiani, chiamati a rendere pasta buona il nostro mondo. Tenendo presente però che la croce non è un incidente di percorso da dimenticare. Perché, se il cristiano abbraccerà il mondo intero, come già l’ha abbracciato Gesù, sarà sempre con le braccia del Crocifisso. Il lievito è farina andata a male. Così è Gesù; così siamo invitati a fare noi suoi discepoli. Perciò questo lievito è l’azione della Croce.

Questo lievito è l’amore di Dio riversato nei nostri cuori, che ci fa capaci di amare tutti, che si fa misericordia, che si mischia con ogni miseria, che si fa servo addossandosi il peso di ogni debolezza e di ogni colpa, che ha sempre fiducia che il bene ha la meglio sul male.

Questo lievito è soprattutto Gesù presente dove due o più sono uniti nel suo nome.