LA SETTIMANA ECUMENICA DI PREGHIERA (18-25 genn.)

 

Si sa che per ecumenismo si intende l’insieme di preghiere, iniziative e atteggiamenti nuovi orientati a superare le divisioni esistenti tra Confessioni e Chiese cristiane.

Avendo operato alcuni anni in Germania come cappellano dei nostri emigranti, ha suscitato in me grande entusiasmo l’essermi presto imbattuto con la realtà dell’ecumenismo. Al mio primo Natale ho notato due candele molto belle sull’altare della chiesa dove celebravo. Ho saputo che erano dono della locale parrocchia evangelica. Mi sono detto: “In Italia non ho mai pensato di fare un dono simile alla parrocchia cattolica vicina”. Comunità cattoliche ed evangeliche nel corso dell’anno organizzano insieme incontri e iniziative di vario genere.

E pensare che, come mi disse qualcuno dell’una e dell’altra ‘sponda’, “fino a non molto tempo fa andavamo apposta a lavorare nei campi nei giorni festivi dei cattolici” (per es. il Corpus Domini) e, rispettivamente, “degli evangelici” (ad es. nella loro festa detta “Preghiera e Penitenza”)!

Oggi è in crescendo il dispiacere di trovarsi divisi.

Un giorno, di fronte alle difficoltà che incontravo nel promuovere l’unità tra gli italiani, ne ho parlato con un parroco tedesco concludendo: “Che sia questo un segno che devo dedicarmi all’ecumenismo?”. L’ho visto sorridere: “Secondo me, il tuo ecumenismo è il rapporto tra italiani e tedeschi”. Mi sono sentito ributtato ad affrontare i problemi in casa e proprio per dare basi più vere all’ecumenismo. E mi sono reso conto che espressioni come guerre di religione sono una copertura del fatto che non andiamo d’accordo per ben altri motivi, dal momento che avvengono anche quando apparteniamo alla stessa confessione o religione.

Uno dei principi ecumenici è: evidenziare il molto che ci unisce e non ciò che ci divide. Ma questo non lo pratichiamo spesso nemmeno tra cattolici: quando, ad es., non vogliamo lavorare insieme perchè quello non mi va giù; quando nella stessa parrocchia i gruppi si ignorano e si ritengono ciascuno migliore degli altri o si scambiano giudizi; quando nelle stesse famiglie si cominciano a vedere solo i difetti dell’altro, per cui non ci si capisce più e si pensa perfino di dividersi; quando in nome degli affari sono affari facciamo saltare i rapporti non solo tra commercianti e politici, ma pure tra parenti e familiari...

Con gli anni ho constatato che laddove gli italiani, anche in piccoli gruppi, si sforzavano di unirsi in nome del Vangelo, erano portati ad aprirsi anche col loro parroco tedesco, prima ignorato, e con tutta la comunità tedesca. Da qui il passo di contatti promettenti con evangelici e metodisti è stato nella logica delle cose di Dio: se impari appena un po’ ad amare come Lui - e questo fa ecumenismo - le divisioni prima o poi si sciolgono una dopo l’altra.