20 gennaio 2002 – 2ª domenica t.o.

Is 49,3.5-6 / 1 Cor 1,1-3 / Gv 1,29-34

 

18-25 Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

È IN TE LA SORGENTE DELLA VITA

Sal 36,10

 

Tutti i cristiani sono invitati in questa settimana a pregare per l’unità e si sono dati una Parola di Dio da meditare e da vivere, tratta dal Salmo 36, v.10: “È in te la sorgente della vita”. Questa Parola ci dice qualcosa di così importante e vitale da essere uno strumento di riconciliazione e di comunione.

Anzitutto ci dice che una sola è la sorgente della vita, Dio. Da lui, dal suo amore creativo, nasce l’universo, la casa dell’uomo. Lui ci dà la vita con tutti i suoi doni.

Questo è il primo passo da fare, il primo insegnamento da cogliere nelle parole del Salmo: lodare e ringraziare Dio per la sua opera, per le meraviglie del cosmo e per l’uomo, che è l’unica creatura che sa dirgli: “È in te la sorgente della vita”.

Ma non è bastato all’amore del Padre pronunciare la Parola con cui tutto è stato creato. Ha voluto che la sua stessa Parola prendesse la nostra carne e portasse sulla terra la sorgente della vita.

La fonte di ogni bene, di ogni essere e di ogni felicità, è venuta a stabilirsi fra di noi, perché l’avessimo, per così dire, a portata di mano. “Io sono venuto, perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Egli ha riempito di sè ogni tempo e spazio della nostra esistenza.

E ha voluto rimanere con noi per sempre, in modo da poterlo riconoscere ed amare sotto le più varie spoglie.

A volte ci viene da pensare: “Come sarebbe bello vivere ai tempi di Gesù!”. Ebbene, il suo amore ha inventato un modo per rimanere non in un piccolo angolo della Palestina, ma su tutti i punti della terra: Egli si fa presente nell’Eucaristia. E lì noi possiamo abbeverarci per nutrire e rinnovare la nostra vita: “È in te la sorgente della vita”.

Un’altra fonte cui attingere l’acqua viva della presenza di Dio è il fratello, la sorella. Ogni prossimo, specie quello bisognoso, che ci passa accanto, se noi lo amiamo, non si può considerare un nostro beneficato, ma un nostro benefattore, perché ci dona Dio. Infatti, amando Gesù in lui [“ho avuto fame (...), ho avuto sete (...), ero uno straniero (...), ero in carcere (...)”] riceviamo in cambio il suo amore, la sua vita, perché lui stesso, presente nei nostri fratelli e sorelle, ne è la sorgente.

Una fontana ricca di acqua è anche la presenza di Dio dentro di noi. Egli sempre ci parla e sta a noi ascoltare la sua voce, che è quella della coscienza. Quanto più ci sforziamo di amare Dio e il prossimo, tanto più la sua voce si fa forte e sovrasta tutte le altre.

Ma c’è un momento privilegiato nel quale come mai possiamo attingere alla sua presenza dentro di noi: è quando preghiamo e cerchiamo di andare in profondità nel rapporto diretto con lui, che abita nel fondo della nostra anima. È come una vena d’acqua profonda che non s’asciuga mai, che è sempre a nostra disposizione e che ci può dissetare in ogni momento. Basterà chiudere un attimo le imposte dell’anima e raccoglierci, per trovare questa sorgente, pur nel bel mezzo del più arido deserto. Fino a raggiungere quell’unione con lui nella quale si sente che non siamo più soli, ma siamo in due: egli in me e io in lui. Siamo, per suo dono, uno, come l’acqua e la sorgente, come il fiore e il suo seme.

In questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la Parola del Salmo ci ricorda, dunque, che è solo Dio la sorgente della vita e quindi della comunione piena, della pace e della gioia. Quanto più ci abbevereremo a questa fonte, quanto più vivremo di quell’acqua viva che è la sua Parola, tanto più ci avvicineremo gli uni gli altri e vivremo come fratelli e sorelle.

Chiara Lubich

Mina, consacrata nel mondo