19 febbraio 2006 - 7a domenica t. ord.
Is 43,18-19.21-22.24b-25
/ 2Cor 1,18-22 / Mc 2,1-12
Io non ricordo più i tuoi peccati
(Is 43,25)
Il miracolo che Gesù compie sul paralitico non è solo una prova
della sua divinità (chi può rimettere i peccati se non Dio solo?)..., ma è
anche segno della radicale efficacia del suo perdono: un perdono che
rinnova completamente. Il passato lascia un segno, il peccato pesa, gli uomini
ricordano il male. Dio invece dimentica, e quando risana, risana radicalmente.
Non restaura, ma crea di nuovo.
L’accoglienza del Suo amore mette le ali e libera le
migliori energie. Rigenerato dal suo abbraccio ti scopri pieno d’amore verso
tutti coloro che ancora attendono la Sua misericordia, coloro per i quali pure
Egli ha versato il suo sangue.
Ci sono sposi abbandonati che sull’esempio di Cristo rimangono
appesi alla croce del loro amore sempre in attesa del peccatore che torna anche
se non tornasse mai. Ci sono cristiani che spendono la vita per offrire una
nuova opportunità all’ex carcerato, all’ex tossicodipendente.
Ciascuno di noi può essere il segnale atteso da un fratello che
incontreremo in questi giorni per risvegliare la speranza.
UNA CATENA
Stavo nel mio studio quando Giorgio è entrato improvvisamente, si è seduto e,
visibilmente agitato, ha cominciato ad imprecare contro un nostro collega.
Parlava come un fiume in piena, senza darmi la possibilità di dire qualcosa.
Ho messo da parte il mio lavoro ed ho
incominciato ad ascoltarlo profondamente con tutta la disponibilità che potevo.
Man mano che parlava, il suo tono di voce si smorzava acquistava tranquillità,
fino a che ad un certo punto mi ha salutato ed è uscito sereno, chiudendo
delicatamente la porta.
L’indomani mi ha ringraziato: “Ero molto
agitato, ma mi hai dato serenità. Poi guardavo le persone con occhi diversi.
Figurati che alcuni parenti di un malato poi mi hanno chiesto delle
informazioni, in altri momenti li avrei evitati, ma ieri non solo li ho
ascoltati, ma ho fatto anche qualche telefonata per dare loro delle notizie più
esatte. Sono contento. Essere disponibili rende felici”.
Ho pensato alla mia responsabilità verso ogni persona che avvicinino, un po’
d’attenzione può a volte creare una catena d’amore.
S.R., Italia