18 dicembre 2005 - 4a AVVENTO
2Sam 7,1-5.8b-12.14.16 / Rm 16,25-27 / Lc 1,26-38
Eccomi, avvenga di me quello che hai detto
(Lc 1,38)
Maria
è la persona che ha risposto col proprio sì
incondizionato a Dio: lei ha concesso spazio in sé a Dio. Nel sì, Maria è Madre che
genera: in lei davvero l’amore di Dio si è fatto amore dell’uomo. Già solo
questo fatto è scandalo. Aveva detto Platone che «nessun Dio si mescola agli
uomini», e aveva così espresso la desolazione del mondo antico, che avvertiva
la distanza abissale tra Dio e l’uomo e la riteneva incolmabile. La colmò
Maria. Nel suo «eccomi», lei è
diventata lo spazio creaturale dove
il divino è rientrato nell’umanità.
È
particolare l’amore di Maria, il suo
amore di donna e di madre: non chiede, dà. Non pretende; si considera in
debito. E sua bellezza è essere sfondo, non sovrapporsi; perciò è amore
delicato, rispettoso, nascosto, velato e insieme estremamente forte, perché
capace di generare. Lo specifico del generare è il frutto e quello dell’amore è l’amore: l’esperienza di essere
risposta.
Quando Francesca ci comunicò
la sua decisione di farsi suora, ce lo disse con parole che aprirono il nostro
cuore di genitori: «Vedete, - ci disse - io questa cosa non l’ho cercata; non
era nei miei progetti e neanche nei miei sogni. Quando mi sono accorta che
forse il Signore mi stava chiamando alla vita consacrata, ho provato ad
allontanare questo pensiero e a non assecondarlo troppo. Ma gradatamente mi
appariva sempre più chiara la volontà del Signore verso di me. Non mi era
chiesto di ragionare e di capire, ma di corrispondere con spirito di
accoglienza e di abbandono». Aggiunse anche: «Mi sono chiesta da sola: ma come
è possibile che il Signore chiami proprio me, che non ho doti eccezionali, che
non sono migliore di tante ragazze della mia età? Scoprii con gioia che il
Signore aveva posato il suo sguardo su di me pur vedendo benissimo, molto
meglio di me, i limiti, i difetti, le debolezze, le fragilità mie. Dunque,
posso confidare in Lui ed affidarmi a Lui. Oggi e sempre accompagna i miei
passi con la sua presenza, con il suo sostegno, con la sua luce, con la sua
forza. Questa certezza mi dà una grande pace interiore».
Queste le parole di
Francesca. Esse ci aiutarono a capire che la vita dei figli, qualunque strada
essi intraprendano, è sempre una risposta ad una iniziativa di Dio. Noi
genitori siamo chiamati ad essere loro vicini sempre, così che là dove il
Signore li attenderà, essi possano andare con fiducia e con grande pace
interiore.
Remo Bernacchia, da «Avvenire»