18 marzo 2007 - 4a di Quaresima

Gs 5,9a.10-12 / 2Cor 5,17-21 / Lc 15,1-3.11-32

 

Partì e si incamminò verso suo padre (Lc 15,20)

 

Siamo stati generati tutti alla vita nel seno del Padre, impastati nell’amore della Trinità. Per questo non troviamo pace al di fuori dell’amore e della comunione familiare sullo stile trinitario. Siamo animati da una nostalgia esistenziale per il Padre: sia che restiamo tra le mura di una fedele osservanza dei comandamenti, sia che fuggiamo alla ricerca di paradisi perduti che, presto o tardi, ci condurranno al “porcile”, sub-mondo di solitudine e di degrado.

O Signore, ti ringrazio per la pazienza misericordiosa con cui mi attendi, di ritorno dalle avventure della vita, grazie per avermi lasciato uscire di casa dove la mancanza di fraternità mi rendeva triste come un orfano.

Aiutami a rialzarmi, dammi forza per ripartire. Dopo pochi passi so che ti troverò ad aspettarmi dietro la curva nebulosa delle illusioni. E sarà festa, senza memoria del passato, un lungo abbraccio che mi riporta a casa, nella Trinità.

 

Sposati da vent’anni, abbiamo 5 figli: otto anni fa la nostra famiglia si trovò in grave difficoltà. La povertà ci costringeva a vivere in modo sempre precario e la guerra impediva ogni iniziativa; ma la cosa più grave era il nostro rapporto di coppia che sembrava finito. Forse per ignoranza non ci eravamo sposati in chiesa e, anche se non rifiutavamo la religione, non potevamo dirci veramente cristiani. Si è sommato presto anche il vizio dell’alcool ad impedirci ogni dialogo.

Eravamo in questa situazione quando mi hanno invitato ad un incontro di famiglie che cercavano di amarsi sullo stile dell’amore evangelico. Com’era diversa la vita lì! Mi sono sentita subito accolta e amata per quella che ero e nacque in me il desiderio di  imitare quelle persone. Al ritorno a casa cominciai ad amare i miei, specie mio marito, che, accortosi della gioia che c’era in me, volle accompagnarmi all’incontro successivo…

Nasce così a poco a poco, in entrambi il desiderio di regolarizzare la nostra unione col sacramento del matrimonio, ed è festa grande il giorno in cui possiamo realizzare questo sogno, insieme ad altre due coppie nelle stesse condizioni. Ricevuto Gesù Eucaristia, avvertiamo una grazia particolare per noi e per la nostra famiglia.

Seguono anni molto belli: ora affrontiamo tutti insieme le difficoltà della vita, anziché subirle come ci accadeva in precedenza. E anche nel dolore che bussa alla porta sperimentiamo l’amore di Dio.

E.L., Centro America