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ottobre 2004 - 29a domenica t. ord.
Es 17,8-13 / 2Tm 3-14 - 4,2 / Lc 18,1-8
Dio farà giustizia ai suoi
eletti
(Lc 18,7)
Molte volte abbiamo
l’impressione che Dio non ci ascolti! Gesù, invece, vuole darci la certezza che
il Padre ascolta sempre la nostra
preghiera. Così racconta la parabola di una vedova (tipo di tutte le
persone impotenti e indifese) che si rivolge con tale insistenza ad un giudice
arrogante e insensibile, da ottenere alla fine che venga esaudita la sua
richiesta. Se un giudice dal cuore duro alla fine cede di fronte alla costanza
di una vedova implorante, come è possibile che Dio Padre non ascolti le nostre
preghiere?
Forse alla nostra preghiera
manca un po’ di perseveranza e
soprattutto la fiducia piena nella
paternità di Dio, che magari desidera donarci molto di più di quello che gli
abbiamo chiesto. Proviamo a credere veramente nella potenza della preghiera,
chiedendo soprattutto lo Spirito Santo.
Abito in una piccola città all’interno dello Stato di Santa Catarina,
dove le prospettive di lavoro sono scarse e gli stipendi insufficienti.
Nella ditta dove lavoravo il mio compito non era per niente gradevole:
durante tutta la giornata, sotto il sole o la pioggia, dovevo controllare se le
macchine parcheggiate rispettavano gli orari stabiliti. Era un lavoro per me
molto stancante, comunque ce la mettevo tutta per farlo bene e per costruire un
rapporto di vera amicizia con i miei colleghi.
Un giorno, di fronte ad una difficoltà finanziaria di papà, valutando
la mia precaria situazione economica, pur nel dolore, mi sono detta: “Ma io ho
un Padre nel cielo!” e mi sono rivolta a Lui con fiducia, gettando nel suo
cuore quella preoccupazione.
Proprio in quei giorni, in vista di un lavoro più vantaggioso, sono
andata a presentare le dimissioni. Sono rimasta sorpresa quando il caposettore
mi ha dispensato dal compiere le pratiche secondo la prassi, offrendomi inoltre
un doppio stipendio e questo - mi disse -
in ricompensa per aver compiuto bene il mio lavoro e per l’impegno col
quale avevo cercato di costruire veri rapporti con i colleghi.
In quel doppio stipendio ho colto la risposta del Padre comune che
aveva provveduto alle necessità mie e del mio papà che, ricevendolo, non ha
potuto contenere le lacrime.
S. J., Brasile