16 novembre 2003 – 33ª domenica t.ord.

Dn 12,1-3 / Eb 10,11-14.18 / Mc 13,24-32

Sappiate che Egli è vicino, alle porte!

(Mc 13,29)

La Chiesa prende occasione dalle ultime domeniche dell’anno liturgico per farci cogliere il pensiero di Gesù sulla fine dei tempi, sulla venuta di “cieli nuovi e terra nuova“.

È un dono che la Chiesa ci fa oggi, perché ci aiuta a ripensare a ciò che, alla fine, è veramente importante: essere pronti all’incontro con Gesù. Quelle che ascoltiamo in questa domenica sono parole di un amico, di uno che avverte che si sta realizzando un fatto importante ed occorre essere preparati. E l’evento descritto da Gesù non è terrificante, come può apparire da una lettura superficiale del testo, non è una minaccia: è un incontro con il Signore che viene, che è già alla porta e bussa e chiede di entrare.

Abbiamo la grazia di potergli aprire, accoglierlo e fare festa con lui. Basta ricominciare ogni giorno ed ogni momento a vivere la volontà del Signore su ciascuno di noi.

 

 

Federico, l’ultimo dei nostri sei figli, il giorno del suo quinto compleanno viene colpito da una malattia gravissima. La diagnosi non lascia alternativa: sepsi meningococcica. Dopo alcuni giorni, un pomeriggio, i medici ci fanno capire che la situazione è ormai giunta all’estremo. Si aspettano il crollo, perché è anche in atto il blocco renale.

Noi ci riuniamo a pregare chiedendo la sua guarigione se è nella volontà di Dio e domandiamo preghiere alla comunità. Tutti si sentono partecipi di questo grande dolore e inizia una catena di preghiere: con la fede, chiedendo uniti, si può ottenere tutto. Nel giro di poche ore, con grande sorpresa del medico di turno, la situazione si capovolge. La mattina successiva è fuori pericolo e la caposala ci dice di ringraziare «“Qualcuno”, perché è avvenuto un miracolo».

A. M., Roma (idem)