15 agosto 2002 – ASSUNZIONE DI MARIA

Ap 11,19;12,1-6.10/ 1 Cor 15,20-26 / Lc 1,39-56

 

DIO HA INNALZATO GLI UMILI

Lc 1,52

Due salici stavano sulla sponda del ruscello, uno di fronte all’altro. Il più vecchio abbassava la cima lasciando ricadere i rami e le foglie. Il più giovane, invece, alzava la cima e la spingeva in su perché i suoi rami e le sue foglie si mostrassero in tutta la loro bellezza. Un giorno il salice giovane disse al suo vecchio compagno, con aria di disprezzo: “Perché abbassi sempre la cima? Io posso guardare dall’alto in basso gli uomini con le loro piccole capanne e farmi lodare per la mia solenne altezza!”. Il vecchio salice rispose: “So che tu sei grande e bello. Attento però a non lasciare che il tuo cuore si svuoti. Anche le montagne più sono alte e più diventano fredde”. Il giovane albero non ascoltò i consigli del compagno e continuò a vivere dandosi delle arie. Intanto il tempo passava e, piano piano, il cuore del salice giovane si seccava perché tutto il nutrimento veniva assorbito dalla cima.

Un giorno i due alberi vennero abbattuti. Rivolgendosi al giovane salice il boscaiolo disse: “Pensavo di usarti per costruire una capanna, ma dato che sei vuoto, non potrò usarti che come legna da ardere”. Poi disse all’altro: “E tu, vecchia pianta, sei così sana e forte che ti scolpirò e diventerai la colonna portante della mia casa!”.

Così è Maria, l’umile serva del Signore. Dio aveva bisogno di un cuore capace di amare. Lo trovò in Maria e la fece Madre sua e madre nostra.