15 giugno 2003
– SS. TRINITA’
Dt
4,32-34.39-40 / Rm 8,14-17 / Mt 28,16-20
Battezzati nel
Padre, nel Figlio, nello Spirito
(Mt 28,19)
La nostra non è una fede in
un Dio solitario, ma in Dio Trinità. Il nostro è un Dio vicino. “Io sono con
voi”, ci assicura il vangelo di oggi.
Anzi è in noi, perché
battezzati “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Siamo stati innestati col
battesimo nella vita della Trinità. Possiamo dunque rivolgerci al Padre come
figli e dirgli: “Abbà, Padre!”, affidargli tutto e attendere tutto da Lui.
Viviamo in comunione con il Figlio che è venuto a condividere con noi la sua
vita e può sostenerci in ogni prova. Siamo diventati tempio dello Spirito
Santo, che ci ascolta quando lo invochiamo, ci dà conforto, ci sostiene, ci ama:
con Lui camminiamo sicuri: “Siamo guidati dallo Spirito di Dio”.
Dobbiamo renderci conto che
abbiamo un tesoro immenso: la Trinità dentro di noi. Ravviviamo dunque il
nostro rapporto con Dio Amore. Diciamo di no a tutto ciò che può offenderlo e
di sì a ciò che gli fa piacere. Impariamo, esercitandoci giorno dopo giorno, a
cogliere la presenza della Trinità anche sul volto delle persone che ci passano
accanto.
Allora la nostra vita
acquisterà i segni dell’autenticità.
Abito a Rio Grande, una città dello Stato del Rio Grande del Sud, e
sono sposata da più di venticinque anni. Quando sono rimasta incinta della
quarta figlia, abitavamo in una piccola casa che non aveva più spazio per un
altro lettino. Provavo una grande apprensione e paura per il futuro, anche
perché la nostra situazione economica era molto precaria. La fede però mi
diceva di non preoccuparmi, ma di gettare ogni sollecitudine nel cuore del
Padre, che pensa persino agli uccelli dell’aria...
Insieme a Celso, mio marito, ricordandoci che nel Vangelo Gesù dice che
tutto quello che, uniti, chiediamo al Padre nel suo nome egli lo concede,
l’abbiamo fatto.
Alcuni giorni dopo, una vicina di casa, che aveva saputo della mia
gravidanza, è arrivata portandomi il corredo di una sua nipotina e persino la
culla e il materasso. Era la risposta.
In seguito, rimanendo fedeli alla sua volontà e sapendo soffrire con
pazienza la disapprovazione dei nostri familiari e amici per ogni bambino che
nasceva, abbiamo sempre sperimentato la paternità di Dio, che in mille modi ha
provveduto alle nostre necessità. Così è stato per la nascita degli altri tre
figli, come per la ristrutturazione della nostra casa... Oggi i figli più
grandi cominciano a lavorare e veramente non ci è mai mancato nulla.
L. F., Brasile