15 gennaio 2006  - 2a domenica t. ord.

1Sam 3,3b-10.19 / 1Cor 6,13c-15a.17-20 / Gv 1,35-42

 

Maestro, dove abiti?

(Gv 1,38)

 

L’incontro con Gesù parte da lontano: dal profondo del cuore, abitato dal desiderio di Lui; parte da Lui stesso, che prende l’iniziativa nel mettersi in cammino sui passi dell’uomo. L’esperienza dell’incontro è talmente coinvolgente da diventare motivo di una nuova appartenenza e di un nuovo annuncio: la possibilità della comunione con Dio! Essa si declina poi nella vita attraverso la comunicazione del dono ricevuto (... non è più possibile essere muti) e la corresponsabilità (... non è più possibile dire: “Sono forse custode di mio fratello?”).

L’incontro con Gesù diventa energia e accompagnamento nonostante e proprio perché siamo polvere, ispirazione anche nello smarrimento, risposta concreta al nostro desiderio di Lui.

 

IL BANCO

Un giorno un ragazzo un po’ ribelle della mia classe ha avuto una crisi, buttando quasi per aria un banco, per fortuna senza gravi conseguenze.

Un collega, che da sempre voleva liberarsi di quel alunno, voleva procedere per via legale, facendo una dura relazione al preside.

Io ero confusa. Da un lato volevo evitare una ribellione ulteriore del ragazzo con un peggioramento della sua situazione psicologica; dall’altro volevo anche tener conto dell’opinione del collega e rispettare la sua sofferenza.

E così la relazione è stata scritta, ma lo abbiamo fatto insieme, cercando di trovare le parole giuste, in modo da non creare nessun ulteriore problema all’alunno in questione. Venivano anzi in luce le cause di quel suo comportamento sbagliato, e quindi nasceva una maggiore comprensione del problema. Adesso col collega c’è un’intesa nuova ed ha deciso di collaborare con me nei progetti di recupero degli alunni a rischio.

R. R., Italia