14 luglio 2002 – 15ª domenica t. o.

Is 55,10-11 / Rm 8,18-23 / Mt 13,1-23

 

A CHI HA SARÀ DATO, A CHI NON HA SARÀ TOLTO

Mt 13,12

 

Dalla Parola che ha annunciato Gesù si aspetta la trasformazione del mondo. Di conseguenza, egli non accetta che di fronte a questo annuncio si possa restare neutrali o tiepidi o indifferenti. Non ammette che un dono così grande, una volta ricevuto, possa rimanere inoperoso.

E per sottolineare questa esigenza, Gesù riafferma qui una legge che sta alla base di tutta la vita spirituale: se uno mette in pratica la sua Parola, egli lo introdurrà sempre più nelle ricchezze e nelle gioie incomparabili del suo regno; al contrario, se uno trascura questa Parola, la perde e si chiude nell’aridità.

“A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.

Questa Parola ci mette in guardia contro una grave mancanza in cui potremmo cadere: quella di accogliere il Vangelo facendolo solo oggetto di studio, di ammirazione, di discussione, ma senza metterlo in pratica e senza comunicarlo agli altri.

Gesù invece si aspetta da noi che accogliamo la Parola e che la incarniamo dentro di noi, facendola diventare quella forza che informa tutte le nostre attività e le rende rigogliose e produttive, e così, attraverso la testimonianza della nostra vita, sia quella luce, quel sale, quel lievito che a poco a poco trasforma la società.

Prendiamo allora in evidenza una fra le Parole di vita del Vangelo e mettiamola in pratica. Arricchiremo la nostra gioia con altra gioia.

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