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gennaio 2007 - 2a domenica t. ord.
Is 62,1-5 / 1Cor
12,4-11 / Gv 2,1-12
Fate quello che vi dirà
(Gv 2,4)
La
confusione per gli sposi di Cana di Galilea è l’immagine dell’umanità fallita
come sposa di Colui che fin dall’inizio si è proposto
come Amore totale, fedele, senza pentimenti.
Ora
il vero matrimonio che sarà celebrato è del Figlio di Dio,
fattosi uno di noi, con l’Umanità.
Gesù
sa che la grande prova d’amore sarà la sua morte, il
suo sangue versato, ma permette alla Madre di dare inizio alla gestazione di ognuno di noi fino a quando
Gesù potrà dire, nell’agonia: “Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!”.
Questa
gestazione è la lenta incarnazione della Parola nella nostra vita: “Fate
tutto quello che vi dirà!”.
Siamo
lieti di ricominciare sempre dalla Parola accolta con il cuore e vissuta
seguendo i passi di Gesù che è la Parola del Padre totalmente dispiegata.
La
Liturgia ci accompagnerà finché Gesù in noi potrà dire: tutto è compiuto e il
Suo Spirito ci sarà dato per farci Gesù, nuovi, risorti,
speranza viva per il mondo.
Mi ero da poco trasferito nel nuovo paese
e una domenica di primavera partecipai assieme alla mia famiglia alla Messa
celebrata dentro a uno stabilimento locale. Il
parroco, durante la Messa diede in dono ai presenti un piccolo cartoncino
colorato a testa con una frase incisa sopra, tratta dalla Sacra Bibbia. A me
capitò la seguente frase: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12,10).
Piegai il bigliettino in due parti e lo conservai nel portafoglio.
Nell’azienda dove presto servizio ormai da
più di quindici anni, nonostante le mie capacità, l’impegno profuso e la mia
volontà, non ho mai avuto vita facile; o meglio, malgrado
gli sforzi e la disponibilità dimostrata, non sono mai stato baciato dalla
buona stella. Così, un giorno, senza alcun motivo particolare, estrassi dal mio
portafoglio il dono del parroco e lo attaccai, bene in vista con lo scotch,
dietro alla mia scrivania. Conseguentemente a ciò, senza particolare sforzo,
modificai il mio approccio con i colleghi, offrendo loro più comprensione ed
umiltà, lasciando da parte le ambizioni, anzi cercando di fornire loro le mie
conoscenze per renderli più partecipi e motivati al lavoro.
Di lì a poco chiesi un colloquio con il
mio principale, al quale manifestai la volontà di poter mettere a disposizione
dell’ufficio la mia passione per l’informatica. Accolse la mia domanda e
divenni referente per l’EDP del mio ufficio con la gestione di più di una
trentina di terminali, software compreso.
Approfittando della nuova posizione
acquisita, misi i miei colleghi in grado di gestire, ognuno indipendentemente,
qualcosa per dimostrare loro che il riconoscimento avuto non intendevo
tenerlo solo per me, ma cercavo di condividerlo con loro il più possibile.
Alcuni appunti che avevo
preso circa alcune caratteristiche e peculiarità del mio lavoro, li passai al
mio principale per averne un giudizio e lui volle farne un libro per gli
addetti ai lavori.
Il semplice gesto di aver affisso il
bigliettino con la Parola di Dio, mi ha aperto molte strade
ma soprattutto ho capito ed imparato che è meraviglioso poter fare
qualcosa per gli altri e riceverne in cambio un solo sorriso!
Paolo M. C., Vicenza