13.10.2002 – 28a
domenica t.o.
Tutto è
pronto, venite alle nozze! (Mt 22, 4)
Oggi, dal profeta Isaia e
dall’evangelista Matteo, ci viene proposta la bellissima immagine del banchetto
a cui Dio invita tutti gli uomini. Vi scorgiamo tutto il suo grande desiderio
di stare con gli uomini e di condividere con loro i suoi beni e la sua gioia.
Nella parabola evangelica
c’è anche una nota negativa: gli invitati alla festa per le nozze del figlio
del re non accettano l’invito, perché avevano altri interessi personali e
meschini: il campo da coltivare, gli affari da curare e, per taluni, dare sfogo
alla loro cattiveria. Ma il re in cambio può invitare anche i derelitti, gli
abbandonati ai crocicchi delle strade, per condividere con loro la sua gioia.
Il re della parabola è Dio
che vuole arrivare a tutti gli uomini, buoni e cattivi, per far sentire loro il
suo amore. È triste però vedere delle persone così superficiali ed egoiste che
per dei banali interessi rifiutano di aver parte alla gioia che Dio vuol loro
dare.
Siamo forse anche noi di
queste persone così grette?
Oggi la Parola di Dio ci
propone di fare una scelta fra dei beni futili e transitori e Dio. I primi
possono darci delle soddisfazioni passeggere, ma non saziano le esigenze del
nostro cuore. Dio invece ci può dare la comunione con Lui e la gioia profonda,
che è sempre alla nostra portata.
E se sentiamo il peso della
nostra debolezza, san Paolo nella seconda lettura ci incoraggia a confidare
nella grazia del Signore: “Tutto posso in colui che mi dà forza”.
Che il Padre ci conceda lo
spirito di sapienza - come ci invita a chiedere il canto al Vangelo - perché
possiamo conoscere a quale speranza siamo stati chiamati. E così possiamo far
passare in secondo ordine i nostri interessi terreni, ad esempio il lavoro
inteso come fine a se stesso, le ansie per l’avvenire, le brevi gioie terrene,…
in cambio dell’invito a nozze che ci fa Dio.
G. R.
HO TROVATO L’AMICO CHE CERCAVO
Sono un commerciante. Da molti anni non avevo più letto il Vangelo per
paura di non poter più fare il mio mestiere e seguire i miei affari. “Cose
troppo alte per me, troppo difficili”, mi giustificavo con mia moglie e con me
stesso. Quando mi è capitato di leggere un commento sulla Parola del Vangelo,
tutta quella paura che avevo è scomparsa. Ho visto che dovevo cambiare e tanto,
ma non era una cosa impossibile. E avrei potuto benissimo farlo restando un
commerciante. Potrà sembrare strano, ma mi sono sentito come Zaccheo quando
Gesù gli chiese di invitarlo a casa sua. È stato proprio come se avessi trovato
l’amico che cercavo. Ora faccio così: quando la mattina scendo per andare al
lavoro, salgo in macchina, ma non parto subito; mi fermo e mi rileggo con calma
il commento.
Ogni giorno sono sempre nuove le circostanze in cui Gesù mi dice di
vivere le sue parole e io ho sempre nuove domande da fargli…
F. L.