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marzo 2006 - 2a di Quaresima
Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18
/ Rm 8,31b-34 / Mc 9,2-10
È il
mio Figlio; ascoltatelo!
(Mc 9,7)
Il vangelo odierno ci trasporta sul monte della
trasfigurazione, il Tabor. Per brevi istanti Gesù
mostra uno sprazzo della luminosa divinità che quel corpo nasconde. Lo conferma
poi la voce che giunge dal cielo: “Questi è il Figlio mio prediletto...”.
Anche noi alla fine dei nostri giorni terreni saremo
chiamati a vederlo “così come Egli è”. La Parola di Dio offerta dal
vangelo e vissuta, è garanzia che abbiamo scelto Gesù come ideale di vita e che
stiamo percorrendo la strada giusta. “... ascoltatelo!”.
Scendendo dal monte Gesù parla chiaramente ai suoi della sua prossima passione e morte. Cristo sarà
presto glorificato, ma la Pasqua di risurrezione passa attraverso la passione,
come il chicco di grano che, solo se muore, è capace di una vita nuova.
Il cammino di quaresima, con le sue tappe, è un
impegnativo itinerario spirituale che ci innalza a
Dio.
CAMBIO IL MIO PROGRAMMA
Una professoressa mi
chiede a scuola di partecipare ad un concorso per tutti gli studenti del mio
paese. Si tratta di svolgere un tema sulla qualità della vita sulla nostra
città. Mi hanno scelta per rappresentare l’istituto ma
io non me la sento. Sono stanca e ho già altri programmi, così dico subito di no. Ma
dentro sorge un dubbio: e se questo fosse ciò che Dio vuole da me?
Dopo un po’ arriva una
telefonata: è Susi. Parliamo un po’, le racconto del
concorso, della tentazione di mollare e di fare la mia volontà. Lei mi ascolta
e mi incoraggia a vivere bene anche questo momento.
Torno alla scrivania con l’intenzione di fare tutto non perché mi è stato
imposto, ma perché è volontà di Dio. Chiedo a Gesù di suggerirmi le parole
giuste. Il giorno seguente con grande gioia consegno
il tema e quando, dopo una settimana, le mie insegnanti mi comunicano che ho
vinto il primo premio, non credo alle mie orecchie. E
non è tutto. Alla premiazione mi chiedono di leggere quanto ho scritto.
All’inizio tremo un po’
di fronte a tutte le personalità presenti, fra cui c’è persino il
sindaco, ma è solo un attimo. Mi ricordo che devo leggere quello che Gesù ha
voluto che scrivessi e così vado sicura.
Sento che gli applausi
sono per Gesù. La gioia è proprio tanta, quella di
aver fatto la sua volontà e non la mia.
Serena,
Siracusa