12 marzo 2006  - 2a di Quaresima

Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18 / Rm 8,31b-34 / Mc 9,2-10

 

È il mio Figlio; ascoltatelo!

(Mc 9,7)

 

Il vangelo odierno ci trasporta sul monte della trasfigurazione, il Tabor. Per brevi istanti Gesù mostra uno sprazzo della luminosa divinità che quel corpo nasconde. Lo conferma poi la voce che giunge dal cielo: “Questi è il Figlio mio prediletto...”. Anche noi alla fine dei nostri giorni terreni saremo chiamati a vederlo “così come Egli è”. La Parola di Dio offerta dal vangelo e vissuta, è garanzia che abbiamo scelto Gesù come ideale di vita e che stiamo percorrendo la strada giusta. “... ascoltatelo!”.

Scendendo dal monte Gesù parla chiaramente ai suoi della sua prossima passione e morte. Cristo sarà presto glorificato, ma la Pasqua di risurrezione passa attraverso la passione, come il chicco di grano che, solo se muore, è capace di una vita nuova.

Il cammino di quaresima, con le sue tappe, è un impegnativo itinerario spirituale che ci innalza a Dio.

 

CAMBIO IL MIO PROGRAMMA

Una professoressa mi chiede a scuola di partecipare ad un concorso per tutti gli studenti del mio paese. Si tratta di svolgere un tema sulla qualità della vita sulla nostra città. Mi hanno scelta per rappresentare l’istituto ma io non me la sento. Sono stanca e ho già altri programmi, così dico subito di no. Ma dentro sorge un dubbio: e se questo fosse ciò che Dio vuole da me?

Dopo un po’ arriva una telefonata: è Susi. Parliamo un po’, le racconto del concorso, della tentazione di mollare e di fare la mia volontà. Lei mi ascolta e mi incoraggia a vivere bene anche questo momento. Torno alla scrivania con l’intenzione di fare tutto non perché mi è stato imposto, ma perché è volontà di Dio. Chiedo a Gesù di suggerirmi le parole giuste. Il giorno seguente con grande gioia consegno il tema e quando, dopo una settimana, le mie insegnanti mi comunicano che ho vinto il primo premio, non credo alle mie orecchie. E non è tutto. Alla premiazione mi chiedono di leggere quanto ho scritto. All’inizio tremo un po’  di fronte a tutte le personalità presenti, fra cui c’è persino il sindaco, ma è solo un attimo. Mi ricordo che devo leggere quello che Gesù ha voluto che scrivessi e così vado sicura.

Sento che gli applausi sono per Gesù. La gioia è proprio tanta, quella di aver fatto la sua volontà e non la mia.

Serena, Siracusa