12 gennaio 2003 – Battesimo del Signore
Is 55,1-11 / 1 Gv 5,1-9 / Mc 1,7-11
Dopo aver vissuto per 30 anni nel nascondimento di Nazareth, Gesù inizia la sua vita pubblica con un gesto di umiltà: va al fiume Giordano, dove Giovanni battezzava, si mette in fila con i peccatori e lui pure, quale Servo obbediente, si sottomette a questo rito di penitenza. Il Padre stesso dal cielo interviene per proclamare la vera identità di Gesù: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Dopo questa solenne investitura, Gesù inizia la sua missione che il Padre gli aveva affidato: rivelare al mondo l’amore di Dio.
Ciò che è avvenuto per Gesù, si è realizzato anche per noi nel momento del nostro battesimo. La scena non si vede, ma l’effetto è identico: si è aperto il cielo, è sceso lo Spirito Santo e il Padre dichiarava: “Tu sei il figlio mio prediletto”. Egli vede in noi l’immagine del Figlio suo e prova quella gioia che prova un padre che vede nel figli le sue sembianze. Così noi assomigliamo anche a Gesù, di cui siamo fratelli.
Abbiamo anche di Gesù la stessa docilità ad ascoltare la sua voce, a lasciarci guidare dallo Spirito che è sceso su di noi nel santo battesimo? Potrà dire anche di noi il Padre: “…in te mi sono compiaciuto”?
È così che anche noi, come Gesù, potremo svolgere la missione affidataci nel battesimo di mostrare al mondo il volto d’amore del Padre.
E nelle difficoltà che incontriamo, ci sostiene la parola di san Giovanni: “Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo”.
G. R.
Poco dopo essermi laureato, sono chiamato da una banca per un
colloquio. È un giorno importante per il mio futuro. Ma sento che ciò che conta
è solo fare la volontà di Dio e scoprire la Sua presenza negli avvenimenti
della nostra vita.
Nella sala d’attesa scambio due chiacchiere con un cliente preoccupato
per una sua richiesta di mutuo. Lo ascolto senza stare a pensare al mio
imminente colloquio.
Arriva il mio turno e mi riceve il condirettore. Mi viene chiesto quali
siano i settori che a mio parere potrebbero produrre la ripresa dell’economia.
Tra le altre cose, riprendo delle considerazioni fatte pochi minuti prima con
la persona del mutuo. Ho la sensazione che sia andata bene.
Ma non è ancora finita. Mi attende il colloquio col direttore: “Mi
parli di lei”, mi dice. Accenno al mio curriculum, ma lui vuole conoscermi come
persona, non professionalmente. Sento dentro che devo rischiare tutto e gli
parlo della mi scelta di vita e del fatto che con i miei amici ci sforziamo di
cambiare ciò che va male nel mondo intorno a noi. All’improvviso mi domanda:
“Sei ambizioso?”. Gli rispondo che se per ambizione intende fare carriera,
magari sgomitando, non mi considero tale; mentre se il significato è far
fruttare le proprie potenzialità al servizio degli altri, allora lo sono.
Dopo un’ora mi saluta dicendo che è stato veramente contento di avermi
conosciuto ed io, tornando a casa, sperimento dentro la grande libertà di chi
non ha da convincere nessuno, perché sa che ha un Padre che pensa a lui. Dopo
qualche giorno mi è stato comunicato che ho passato la selezione.
Roberto, Messina