11 dicembre 2005 - 3a AVVENTO

Is 61,1-2a.10,11 / 1Ts 5,16-24 / Gv 1,6-8.19-28

 

Doveva rendere testimonianza alla luce

(Gv 1,8)

 

Il Battista è il modello da imitare per essere davvero e sul serio testimoni. «Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate al via del Signore, come disse il profeta Isaia» (Gv 1,23). Lui, voce e non parola, lampada e non luce, amico dello sposo e non lo sposo. Lui che non è degno. Lui che sparisce dalla scena...

Testimoniare Gesù, il Cristo, è questa umiltà, è modestia, è accoglienza, è fede.«Voi siete la luce...»: è bello pensare di poter diventare luminosi per illuminare, di poter essere uno strumento indispensabile per dare spicco e risalto ai colori di un’esistenza. È il compito del testimone,  consapevole che la felicità degli altri sarà anche la sua. Per fare questo però occorre quella trasparenza che permetta alla luce di irradiarsi. Il Vangelo dà ancora la risposta: «se il seme non muore...», «il lievito nella pasta», «il granellino di senape».

 

Mamma ed io avevamo deciso di rimanere in casa quella sera: era molto tempo che non riuscivamo a stare un po’ insieme. Proprio allora, però, un vicino di casa ci chiese aiuto per preparare il suo albero di Natale.

I rapporti con quella famiglia si erano inspiegabilmente raffreddati negli ultimi tempi: quella era proprio l’occasione giusta per andarla ad amare.

Mentre eravamo insieme, il marito portò il discorso sulla religione. Intervenni anch’io e, per circa un’ora, parlai di Maria, della vita dei giovani impegnati in un cammino spirituale... Quel signore non si mosse un attimo dalla sedia. Ascoltava pensieroso e alla fine disse: «Mia moglie ed io siamo lontani dalla Chiesa da dieci anni. Penso che questo è il momento di tornare».

La mattina dopo mamma ed io, quando salimmo in macchina per andare a Messa, notammo che anche i due vicini di casa erano in posizione di partenza...: «Siamo pronti, andate avanti che vi seguiamo con la macchina - ci dissero - veniamo a Messa con voi!».

Marie, Texas