11 gennaio 2004 - BATTESIMO DEL SIGNORE

Is 40,1-5.9-11 / Tt 2,11-14; 3,4-7 / Lc 3,15-16.21-22

Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco

(Lc 3,16)

Nel battesimo di Gesù tutta la Trinità è protagonista, dallo Spirito che appare sotto forma di colomba, al Padre che fa sentire la sua voce: “Questi è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo”. Ma è soprattutto lo Spirito Santo il grande protagonista dei primi capitoli del Vangelo di Luca. Agisce in Maria, ricolma Elisabetta, scioglie il canto a Zaccaria, fortifica il piccolo Giovanni, spinge Simeone al tempio, conferma Gesù e lo conduce nella via tracciata dal Padre.

Sarà Colui - annuncia Giovanni Battista - che battezza in Spirito Santo e fuoco.

Con san Paolo, poi sappiamo che Dio nella sua bontà “ci ha salvati e mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo effuso su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna”. Tutto questo è avvenuto sacramentalmente nel nostro battesimo; dobbiamo però prenderne coscienza e lasciarci guidare dallo Spirito, che anche oggi agisce in noi e nella Chiesa, e come fuoco brucia ciò che deve essere eliminato per crearci persone e comunità nuove.

 

 

Un giorno entrò a pranzo con noi un uomo sulla trentina, molto sofferente. Aveva un bastone come quello dei pastori, una bisaccia a tracolla, un vestito molto dimesso, due occhi vivissimi, una barba nera. Si mise a sedere a tavola alla mia destra. Mangiava, ogni tanto lasciava il cucchiaio e batteva il pugno destro leggermente sulla tavola con un gesto di meraviglia guardando negli occhi me e i miei figli senza proferire parola. E riprendeva a mangiare. Finito di mangiare la minestra, gli offrimmo un altro piatto. Mangiò anche questo sempre ripetendo di quando in quando il gesto di meraviglia. Tutti si taceva come se si assistesse ad un mistero. Quell’uomo con la sua espressione “dominava l’aria”. Consumato il secondo piatto si alzò, prese il bastone che aveva appoggiato alla parete accanto alla bisaccia, mise la bisaccia a tracolla e si avviò energicamente all’uscita della saletta da pranzo, che metteva sulla strada.

Alla porta prima di uscire, si volta indietro, ci guarda con occhi scintillanti di riconoscenza. Esclama: “Vi dico che se farete sempre così salverete il mondo”. E se ne andò allontanandosi dalla strada. Ci guardammo in faccia fra noi, ancora silenziosi e impressionati. Alcuni ragazzi interruppero il silenzio domandando a me e agli altri: “Che sia Gesù?”

Quando raccontavo questi fatti al mio Vescovo mi diceva: “Sono casi che non sono casi”. Che fosse Gesù in persona, come lo videro risorto i primi, non lo so; ma che quell’uomo lo rappresentasse quanto all’aspetto e all’espressione così profonda, così vera, così commovente anche al solo ripensarvi, è un fatto. Che sia vera la sua affermazione che facendo così si salva il mondo, è Vangelo.

Don Zeno racconta, Nomadelfia una proposta.