10 settembre 2006 - 23a domenica t. ord.

Is 35,4-7a / Gc 2,1-5 / Mc 7,31-37

 

Dio ha scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede

(Gc 2,5)

 

Spontaneamente noi stiamo volentieri con le persone simpatiche, con quelli che la pensano come noi, con quelle persone dalle stesse convinzioni politiche. Con il “diverso” è sempre difficile mettersi in relazione positiva. Quante volte di fronte al povero che suona il campanello della nostra abitazione ci viene la voglia di non aprire la porta! “Dio ha scelto i poveri”, afferma San Giacomo. Questa espressione fa parte di un discorso esortativo con il quale l’Apostolo invita la comunità ad essere aperta all’accoglienza di ogni persona, a non avere preferenze e favoritismi personali.

Il secondo argomento, per San Giacomo, è che Dio scelse i poveri secondo il mondo. Per questo, quando la Comunità concede speciali privilegi e attenzione ai ricchi, riproduce l’atteggiamento del mondo e agisce contro il modo di fare di Dio. Di quel Dio Padre che guarda e ama tutti noi perché siamo suoi figli. Se vogliamo che la nostra fede sia vera e attiva deve tradursi in impegno fattivo per i poveri. Poveri di qualsiasi tipo: non solo di beni materiali, ma anche poveri di affetto, di compagnia, di ascolto, di accoglienza, di dialogo, di misericordia. E in questo c’è spazio per tutti.