9 novembre 2003 – Ded. Basilica Lateranense
(Gv 4,23)
Queste parole Gesù disse ad
una donna di Samaria, durante una pausa, accanto ad un pozzo dove la donna era
giunta per attingere acqua. Un dialogo stupendo, profondo, in cui Gesù scava
nella vita sociale e religiosa della donna, fino a farle capire di avere
davanti a sé il profeta promesso, il Messia.
Uno dei passaggi più forti è
quello espresso dall’affermazione di Gesù: “I
veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità“, per indicare il luogo
dell’incontro vero con Dio: nello
Spirito Santo e in Lui Gesù che è la Verità.
Gesù insegna anche a noi che
l’incontro con Dio non è legato a dei posti materiali (un mondo, una città), ma
ad un posto dentro, interiore. Il
Padre si incontra con l’amore che viene dallo Spirito Santo e dalla Verità che
è Gesù: in Spirito e Verità.
La Chiesa oggi ricorda una
cattedrale molto importante, simbolo di tutte le chiese del mondo: la Basilica
del Papa a Roma. Ma in questi edifici, dove si incontra la famiglia dei figli
di Dio, si deve entrare per incontrare il Padre animati dall’Amore che è lo Spirito Santo e dalla Verità che è Gesù.
Ho, insieme con un socio, una piccola ditta d’importazione
d’apparecchiature medicali. Sono molto costose e quindi le vendite non sono
facili.
È purtroppo prassi, negli ospedali pubblici, che le persone incaricate
degli acquisti chiedano delle tangenti ai fornitori. Col mio socio non siamo
mai stati d’accordo con queste procedure e, per questo motivo, abbiamo perso
alcune possibilità concrete di vendita.
In un periodo molto difficile, di poche vendite, un nostro venditore
viene al mio ufficio per dirmi che per realizzare una possibile vendita - quasi
pronta - la persona dell’ufficio acquisti chiedeva “una cortesia” da parte
nostra. Capivo che per il nostro venditore era molto importante che si
concretizzasse quell’operazione, poiché il suo stipendio è a percentuale sulle
vendite. Sereno, ho parlato chiaramente con lui, dicendo le mie convinzioni:
questo era un atto di corruzione che, anche se dava dei guadagni, non era
d’accordo con la linea presa dalla nostra ditta. È uscito dall’ufficio
pensieroso, ma dopo un po’ è tornato deciso: rinunciava alla vendita a quelle
condizioni.
In quello stesso pomeriggio suona il telefono: era un medico col quale
da tempo si cercava di concludere una grossa vendita, ma che era stata sempre
da lui rimandata. All’improvviso mi conferma che è deciso ad acquistare il
nostro prodotto: il costo era esattamente dieci volte di più rispetto a quello
della mancata vendita.
Quando ho messo giù il telefono, sorpreso e felice, ho ricordato, col
fatto avvenuto poche ore prima, le parole di Gesù: “Cercate il regno di Dio e
la sua giustizia, il resto vi verrà in soprappiù”.
Ho voluto condividere subito col mio dipendente la gran gioia che
provavo, e anche lui ha potuto toccare con mano la provvidenza di Dio.
J. B., Buenos Aires (idem)