9 marzo 2003 – 1a Quaresima

Gn 9,8-15 / 1 Pt 3,18-22 / Mc 1,12-15
Convertitevi e credete al Vangelo

(Mc 1,15)

Dopo il Battesimo Gesù entra nel deserto di Giuda e vi rimane per 40 giorni. Lì vive un rapporto speciale con il Padre e sperimenta anche l’amarezza della tentazione, dalla quale esce vittorioso. Dopo questa esperienza, per Gesù è giunto il momento di dare inizio alla predicazione e annunciare al mondo la Parola: “Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.

In questo tempo favorevole pure noi possiamo ripetere per 40 giorni l’esperienza di Gesù. Dio vuole mettersi in comunione con noi, vuol farci sentire il suo amore personale. Ma richiede un cambio di mentalità. Non si può accogliere Dio, però, farne l’esperienza, se il nostro cuore è pieno di distrazioni, di paure, di attaccamenti alle cose o alle persone.

Ecco la conversione da fare in questo tempo privilegiato: riscoprire Dio che ci è vicino con il suo amore e per amore ci parla.

La quaresima è un tempo speciale nel quale ci vengono offerte tante occasioni per ascoltare la Parola ed entrare in comunione con Dio. È quindi il tempo della Parola, alla quale siamo invitati a credere e fidarsi come dei bambini. Per noi vuol significare: non solo farci ascoltatori attenti, ma anche pregare con la Parola e soprattutto impegnarci a viverla.

 

Avevo accumulato stress. Per un po’ sono riuscito a non farlo pesare in famiglia, ma ad un certo punto mi sono reso conto che c’era tensione tra Elke e me e questa si rifletteva sui bambini. bastava un niente per farli litigare e in più non accettavano nessuna regola. inoltre non avevo più il tempo e la calma per fare le piccole cose di casa, come ad esempio preparare la lavastoviglie, come è mio solito fare, o sparecchiare, ecc... Così non potevo continuare.

Ho cominciato a parlare a cuore aperto con mia moglie, le ho detto tutto ciò che mi pesava: gli sbagli fatti, le mie preoccupazioni, il non riuscire, insomma tutto. Insieme ci siamo aiutati, ci siamo ricordati una frase del Vangelo: “Gettate ogni preoccupazione in Me...”.

Questa situazione particolare rimaneva ma era affrontata diversamente: ho dato a Dio le preoccupazioni ed a me sono rimaste le sole occupazioni. Con Elke ci siamo rivisti nuovi, non guardando più gli sbagli commessi. Ora in casa si respira; i bambini sono sempre vivaci, ma in pace.

A. P., Germania