8 dicembre 2006 - IMMACOLATA

Gn 3,9-15.20 / Ef 1,3-6.11 - 12 / Lc 1,26-38

 

Ci ha scelti per essere immacolati nella carità (Ef 1,4)

 

Tutti sentiamo nella nostra vita il peso della rottura della innocenza primordiale, l’infelicità del nostro io che ha pensato di poter essere Dio. Ci accompagna la speranza della promessa: “La stirpe della donna schiaccerà la testa al serpente” (il demonio, il peccato).

S. Paolo ci ricorda il progetto di Dio che ci ha scelti fin dall’eternità per essere santi e immacolati nell’amore.

Maria è la nuova Eva, madre dei viventi,  immacolata come avrebbe dovuto essere anche la prima madre, Immacolata per poter generare con lo Spirito Santo Gesù, il figlio di Dio.

In Gesù l’amore del Padre vuole rifarci immacolati, se aderiamo all’invito di ritornare all’amore.

Ogni volta che amiamo ritorniamo a Dio, siamo rigenerati e diventiamo suoi figli.

Nell’amore sparisce il passato, non siamo più figli di Adamo, ma figli di Dio, come Gesù. Pur restando in terra, siamo già nell’eternità.

 

Era l’anno 1995: a Roma. Ero presente ad una cerimonia di professione della Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta; c’era anche la Madre e stava raccolta, seduta per terra vicina alle altre suore. Un fotografo a più riprese si avvicina a Madre Teresa e scatta ogni volta due o tre foto davanti al volto: il fastidio è evidente. Prendo l’iniziativa: invito cortesemente il fotografo ad essere più rispettoso e lo prego di attendere la fine della cerimonia.

Quando, concluso il rito, la Madre si alza, il fotografo torna all’attacco e la investe di flash tenendo la macchina fotografica sempre davanti al volto della suora. Mi permetto di dire con un po’ di disappunto: “Ma ci manca poco che le metta la macchina fotografica sul naso!”. Il fotografo mi risponde immediatamente e mi dice: “Desidero fotografare gli occhi di Madre Teresa; sono venuto per questo… Ha gli occhi più belli e più felici che io abbia mai visto; neppure le attrici o le regine hanno occhi che sprizzano questa gioia. Vorrei sapere perché”.

Madre Teresa ascoltava; fece un bel sorriso sentendo l’insolito apprezzamento riguardo al suo volto e poi aggiunse con disarmante semplicità: “Vuole sapere perché i miei occhi sono tanto felici? Il segreto è molto semplice: i miei occhi sono felici, perché le mie mani asciugano tante lacrime! Faccia anche lei così, le assicuro che proverà la stessa gioia”.

Il fotografo rimase sorpreso e, forse, non capì la profondità della risposta di Madre Teresa; però avvertì che, nel cuore di quella donna, Qualcuno teneva accesa una gioia inspiegabile. Se avesse continuato a frequentare Madre Teresa, avrebbe scoperto che quel Qualcuno era Gesù.

Mons. Angelo Comastri