8 giugno 2003
– PENTECOSTE
(Gal 5,16)
Gesù nell’ultima cena, in un
momento di grande intimità, aveva promesso agli apostoli: “Verrà lo Spirito
Consolatore”.
A Pentecoste gli Apostoli,
riuniti con Maria nel cenacolo, “furono tutti pieni di Spirito Santo”. E, usciti dal cenacolo, annunciavano a tutti
il Risorto.
Ai nuovi cristiani Paolo
diceva: “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito”.
Il credente è uno che “si
lascia guidare dallo Spirito” e di conseguenza porta “i frutti dello Spirito:
amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di
sé”.
La parola di oggi:
“Camminate secondo lo Spirito” ci apre un orizzonte bellissimo e affascinante
in un mondo dove sembra dominare la legge dell’egoismo. Perciò facciamo nostro
l’invito di san Giovanni della Croce: “Dove non c’è amore, metti amore e
troverai amore”.
Durante il servizio, vengo chiamata d’urgenza nel reparto intensivo,
dove è stato ricoverato un uomo di cinquantadue anni che ha subito un grave
incidente agli occhi. Nel letto non si muove, sembra apatico. Chiedo
informazioni e vengo a sapere che si è sparato alla testa. Il cervello però è
rimasto illeso. Mentre chiede l’iniezione per morire, mi rendo conto che non è
malato solo nel corpo, ma anche nell’anima. Con lui è necessaria tanta pazienza
e comprensione. Durante la visita chiede continuamente l’iniezione, vuole
morire.
L’operazione è complicata e dura fino alla notte. Non è più possibile
salvare un occhio, l’altro è gravemente danneggiato. Rimane nel reparto di
terapia intensiva per una settimana. Ogni giorno mi informo sulla sua salute e
insieme ad un’amica prego con fede per lui. Viene portato nel mio reparto.
Tutto il giorno c’è tanto lavoro, ma prima di andare a casa mi fermo a salutarlo.
Accanto al letto gli faccio una domanda: “Lei sa chi sono io?” E lui,
prontamente: “Non vedo, ma penso sia la dottoressa che mi ha operato. Durante
l’operazione ho sentito un amore grande”.
Gli prometto di fare il possibile per salvare il suo occhio, pur non essendo assolutamente certa di potercela fare. Quasi per miracolo, invece, una mattina il paziente dice che vede un po’ di luce. Ogni giorno la sua vista migliora, finché guarisce completamente. L’occhio è salvo!
Dopo qualche mese è venuto a ringraziarmi e mi ha detto che aveva
ritrovato di nuovo la strada verso Dio. Nel suo matrimonio tutto ora è in
ordine, e adesso è molto felice, anche con un occhio solo.
Gli dico, scherzando, che doveva perdere un occhio per vedere meglio.
E. S., Italia