7 agosto 2005 - 19a domenica t. ord.

1Re 19,9a.11-13a / Rm 9,1-5 / Mt 14,22-33

Uomo di poca fede, perché hai dubitato?

(Mt 14,31)

 

Dopo aver moltiplicato i pani e i pesci, Gesù congeda la folla e si ritira sul monte a pregare, da solo. Cala la notte. Sul lago si scatena un forte vento e la barca degli apostoli è sbattuta tra i flutti. Gesù viene loro incontro verso la fine della notte, camminando sulle acque. Volendo assicurarsi che è proprio Lui, Pietro dice: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Gesù gli dice: «Vieni!» Egli scende e cammina sulle acque verso Gesù. Quello che ad un certo punto gli passa dentro nessuno lo sa. Ma il vento comincia a fargli paura e comincia ad affondare. Ha però la prontezza di gridare a Gesù: «Signore, salvami!». Gesù stende la mano, lo tira su e gli dice: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Questo il fatto.

Ma il vangelo non è solo per essere raccontato, ma per essere vissuto. Chi l’ascolta è invitato a diventare attore. Anche noi, io, tu, la Chiesa. Ascoltare per vivere la Parola. Anche noi siamo invitati a camminare sulle «acque» delle difficoltà interne ed esterne, della sofferenza, delle incomprensioni, delle croci della vita, appoggiati e sostenuti solo dalla fede, dalla confidenza in Dio, fidandoci del suo aiuto. Non dubitare che Lui è con noi tutti i giorni. È con noi quando siamo nell’amore verso ogni prossimo; quando ci amiamo reciprocamente fino ad ottenere la sua Presenza fra i suoi uniti nel suo nome.