6.10.2002 – 27a domenica t.o.

Is 5,1-7 /  Fil 4,6-9 / Mt 21,33-43

 

Il regno di Dio sarà dato a chi lo fa fruttificare  (Mt 21,43)

 

La Parola di oggi - nel libro del profeta Isaia e nel Vangelo di Matteo - ci riporta lo splendido cantico d’amore del Signore per la sua vigna, che nel salmo fra le letture è identificata dal suo popolo. Dio la circonda di tante premure come fa una madre per il figlio. Ricordiamo la tenerezza che Dio ha avuto per il popolo prediletto attraverso tutti i secoli e in particolare nella traversata del deserto verso la terra promessa. Addirittura il padrone, nella parabola evangelica, ha mandato ai vignaioli  il proprio figlio. È una chiara allusione al Figlio di Dio che i capi dei sacerdoti e gli anziani di Israele hanno rigettato e condannato.

Ma Dio, pur castigando il popolo infedele, non ha cessato di sperare e di attendere, finché sorgesse un altro popolo a cogliere il suo amore e far fruttificare i suoi doni. Infatti Israele che non ha creduto e ha rifiutato il Figlio è stato sostituito dal nuovo popolo di Dio che è la Chiesa.

Questo nuovo popolo siamo noi cristiani, noi che possiamo fare continuamente l’esperienza del suo paterno amore e gustare i suoi doni.

E anche se spesso siamo stati dei vignaioli infedeli, tuttavia Dio continua a riversare su di noi le sue tenerezze, a sperare e attendere la nostra risposta, perché la sua vigna diventi più bella. È infatti corrispondendo all’amore di Dio che facciamo migliore il mondo.

O non potrebbe essere che al posto nostro Dio trovi altri popoli più attenti a rispondere al suo amore? Siamo nel mese di ottobre, mese dedicato alla preghiera e all’aiuto delle missioni. Che non debba succedere che le giovani chiese, da poco evangelizzate, subentrino al nostro posto e facciano davvero fruttificare i doni del suo amore? È grande la nostra responsabilità di cristiani di vecchia data.

Giovanni R.

 

DALLA SIERRA LEONE, PAESE DEI BAMBINI SOLDATO, L’ESEMPIO DI PATRIK DI 4 ANNI

 

Quando Patrik ha cominciato a frequentare l’asilo a Freetown, un giorno in cui si facevano gare sportive, è stato scelto come rappresentante della sua classe per la corsa.

Durante la competizione Patrik era in testa, quando improvvisamente il bambino che era dietro di lui ha traballato ed è caduto. Patrik se ne è accorto, si è fermato, è tornato indietro per aiutarlo. L’insegnante gli ha gridato di non fermarsi, di continuare a correre per arrivare primo, ma Patrik ha continuato ad aiutare l’altro bambino ad alzarsi.

Tutti i bambini che correvano li hanno superati e quando quello caduto si è rialzato, ha continuato a correre lasciando Patrik indietro. Alla fine della corsa. invece di arrivare primo Patrik è stato l’ultimo.

Ma, sul campo della gara, la persona più felice ero io, il suo papà, perché ho visto cosa possono fare i bambini quando cercano di mettere in pratica il Vangelo. Patrik si era reso conto che quel bambino aveva bisogno di aiuto e questo è stato per lui molto più importante che vincere la corsa.

In seguito il maestro di Patrik, sorpreso per il comportamento del bambino, è venuto a trovarmi per chiedere come mai il piccolo avesse agito così.

Questa pur piccola esperienza ci pare molto significativa. Vi si può cogliere un seme di speranza per una “nuova” Sierra Leone.

il papà di Patrik, Sierra Leone