6 luglio 2003 – 14ª t.o.

Ez 2,2-5 / 2Cor 12,7-10 / Mc 6,1-6

Un profeta si trova in mezzo a voi

(Ez 2,5)

Oggi il profeta Ezechiele sottolinea la drammaticità dell’incarico ricevuto da Dio, ma anche la grandezza di tale missione: la parola che il profeta deve proclamare non è sua, ma di Dio stesso. L’importante non sono i frutti, ma la testimonianza della presenza di Dio attraverso il suo profeta. È bello poter pensare che Dio-amore, nel quale crediamo, si serve di noi per manifestarsi al nostro mondo.

Ricordiamo quell’antica preghiera: Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri... Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora, siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole. E non importa se siamo piccoli; importa l’essere fedeli, perché mandati da un Altro. Dio ci fa profeti e ci manda ad essere testimoni del suo amore in mezzo ai fratelli.