6 gennaio 2002 – EPIFANIA DEL SIGNORE

Is 60,1-6 / Ef 3,2-3.5-6 / Mt 2,1-12

 

SIAMO VENUTI PER ADORARE IL SIGNORE

Mt 2,2

In questa festa incontriamo la figura dei Magi, uomini sapienti. Essi sono il simbolo dell’attesa universale del Messia. Attesa che è propria del cuore di ogni uomo e ogni donna. La stella, con il suo silenzioso linguaggio, è la prima guida nella ricerca; e accanto ad essa, la Bibbia, con il celebre passo del profeta Michea su Betlemme. Con queste due guide i Magi approdano alla meta della loro ricerca, il Signore Gesù, davanti al quale si prostrano per adorarlo.

Possiamo cogliere due atteggiamenti di fronte a Gesù. Ci sono quelli che rimangono tappati in casa, al caldo. Ci sono quelli che si mettono in movimento verso la grotta, affrontando il freddo e l’oscurità. Ci sono l’indifferenza, la paura, il sospetto, la stasi; ma ci sono anche il cammino, lo stupore, la ricerca, l’adorazione. I Magi appartengono certamente alla categoria delle persone in cammino, privilegiate dal Vangelo. Hanno percorso faticosamente la loro strada, affrontandone i rischi, le oscurità, i dubbi, gli imprevisti. E sono arrivati alla meta: hanno incontrato il Signore della loro vita!

Essi diventano così il modello per ciascuno di noi. La nostra fede non è un possesso pacifico, ma un cammino, sempre diverso, da percorrere, da scoprire. Non è mai rassicurante. È piuttosto un rischio. Io non so cosa il Signore oggi mi chiederà: la fede mi aiuterà a interpretare i segni e a percorrere la strada che Lui ha pensato per me. Il credente non è un sistemato. È uno che, scomodato dalla Parola di Dio e da segni talvolta impercettibili, segue itinerari imprevedibili umanamente, sicuro di arrivare alla meta: l’incontro con il Signore. Per adorarlo: per riconoscerlo, cioè, Signore della propria vita. Per dirgli: Tu sei la stella del mattino (Ap 2,28). Quella stella che ha guidato allora i Magi e adesso illumina, dà senso, riempie la mia esistenza. Perché è Te che incontro in ogni persona e in ogni fatto. Te incontro nel mio cuore, nel quale hai piantato la tua tenda.

Giovanni C.

 

Ci siamo dati appuntamento alla fermata del pullman: eravamo diretti in un istituto che ospita persone portatrici di handicap. Con noi sono saliti altri ragazzi, che avevano però una destinazione diversa: passare la domenica pomeriggio in discoteca. Ci è venuto spontaneo fare una scommessa: vedere chi sarebbe stato più felice alla fine della giornata!

Il tempo con i nostri amici è trascorso in un baleno, fra giochi, tombola e canzoni. Quando era il momento di salutarci ci hanno voluto portare nelle loro camere per trattenerci ancora. Le infermiere erano stupite del rapporto che avevamo costruito con queste persone. Il segreto era l’amore.

Sul pullman, nel viaggio di ritorno, ci siamo ritrovati con gli stessi ragazzi dell’andata. I loro volti erano tristi, i nostri felici. Avevamo vinto la scommessa!

Da “Gen 3”