5 ottobre 2003
– 27ª domenica t.ord.
Gn 2,18-24 / Eb 2,9-11 /
Mc 10,2-16
Il regno di
Dio appartiene ai piccoli
(Mc 10,14)
Perché il regno di Dio
appartiene a chi assomiglia ad un bambino?
Perché il bambino si abbandona
fiducioso al padre e alla madre: crede al loro amore. Il cristiano autentico,
come il bambino, crede all’amore di Dio, si getta in braccio al Padre celeste e
si abbandona completamente a Lui senza fare calcoli. I bambini dipendono in
tutto dai genitori: anche noi, bambini
evangelici, dipendiamo in tutto dal Padre: ci nutre, sa ciò di cui abbiamo
bisogno e ce lo dona. Il bambino, perché non ha esperienza va verso la vita con
fiducia, il bambino evangelico mette
tutto nella misericordia di Dio e, dimentico del passato, inizia ogni giorno una vita nuova. Il bambino non sa imparare a
parlare da solo, ha bisogno di chi glielo insegni, il discepolo di Gesù non
segue i propri ragionamenti, ma impara tutto dalla Parola di Dio fino a parlare
e a vivere secondo il Vangelo.
Il bambino è portato ad imitare il proprio padre. Se gli si
chiede cosa farà da grande spesso dice il mestiere del padre. Così il bambino evangelico: imita il Padre
celeste, che è l’Amore, ed ama come lui ama: ama tutti perché il Padre “fa
sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i
giusti e sopra gli ingiusti”; ama
per primo perché lui ci ha amato quando eravamo ancora peccatori; ama gratuitamente, senza interesse
perché così fa il Padre celeste.
stralci da un commento di Chiara Lubich
In effetti i bambini continuano a sorprenderci. “Ieri papà mi ha
chiesto di andare in cantina a prendere una cosa - scrive Betty, una bambina di
6 anni di Milano -. Per le scale era buio e io avevo paura. Poi ho pregato Gesù
e ho sentito che lui era vicino a me”.
Irene, Ilaria, Laura, tre sorelline di Firenze, vanno con la mamma a
fare le spese in macchina. Passano davanti alla casa del nonno e chiedono di
poter salire a salutarlo. “Andate voi - dice la mamma - io vi aspetto”. Quando
ritornano chiedono: “Perché non sei venuta?”. E lei: “Il nonno non si è
comportato bene con me; così capisce…”. E Ilaria: “Ma mamma, dobbiamo amare
tutti, anche i nemici…”. La mamma non sa più cosa dire. La guarda e sorride:
“Avete ragione. Aspettatemi qui”. E sale da sola dal nonno.
Possiamo imparare dai bambini come accogliere il regno di Dio.