4 dicembre 2005 - 2a AVVENTO
Is 40,1-5.9-11 / 2Pt 3,8-14 / Mc
1,1-8
Preparate la via al Signore,
appianate la strada per il nostro Dio (Is 40,3)
Ogni anno, in attesa del
Natale, ascoltiamo questo invito. Dio che, da sempre, ha manifestato l’ardente
desiderio di stare con i suoi figli, viene «ad abitare in mezzo a noi». Anche
oggi egli sta alla porta e bussa, perché vuole entrare, «cenare» con noi.
Noi
stessi avvertiamo spesso il desiderio di
incontrarlo, di averlo accanto nel cammino della vita, di essere inondati
della sua luce. Perché egli possa entrare nella nostra vita, occorre togliere
gli ostacoli. Non si tratta più di spianare le strade, ma di aprirgli il cuore.
Come
preparargli concretamente la strada?
Chiedendogli perdono ogni volta che ci
accorgiamo di aver eretto una barriera che ostacola la comunione con lui.
È
un atto sincero di umiltà e di verità con il quale ci mostriamo a Lui così come
siamo, dicendogli la nostra fragilità, i nostri sbagli, i nostri peccati.
È
un atto di fiducia con il quale
riconosciamo il suo amore di Padre, «misericordioso e grande nell’amore».
È
l’espressione del desiderio di migliorarsi e ricominciare.
Può
essere a sera, prima di addormentarsi, il momento più adatto per fermarci,
guardare la giornata trascorsa e domandargli perdono.
Possiamo
anche vivere con maggiore consapevolezza e intensità il momento iniziale della celebrazione della Eucaristia quando, insieme
con la comunità, domandiamo perdono dei nostri peccati.
È
poi di enorme aiuto la confessione personale,
sacramento del perdono di Dio. È un incontro con il Signore al quale si possono
donare tutti gli sbagli commessi. Si riparte salvati, con la certezza di essere
stati fatti nuovi, con la gioia di riscoprirsi veri figli di Dio.
È
Dio stesso, con il suo perdono, a togliere ogni ostacolo, ad «appianare la
strada» e ad instaurare nuovamente il rapporto
d’amore con ciascuno di noi.
È quanto ha sperimentato
Luisa: una vita travagliata, la sua: con il gruppo di amici, con la droga, lo
sbandamento morale. Tenta di risalire la china, fino a quando riesce a
liberarsi dalla tossicodipendenza. Ma ormai è irreparabilmente segnata. Dopo un
matrimonio civile affrettato ecco i primi sintomi dell’aids. Il marito l’abbandona.
Luisa si ritrova sola, con
il peso dei suoi fallimenti; fino a quando si incontra con un gruppo di
cristiani che vivono la Parola di Dio e ne condividono le esperienze. Scopre un
mondo che fino ad allora le era ignoto. Ora che ha conosciuto un Dio che è
Padre, che è Amore, non può più tenersi per sé i suoi peccati, crede al suo
perdono. La sua vita cambia: il perdono la apre ad una gioia mai vissuta, pur
nel dolore e nella malattia. Sul suo volto fiorisce una bellezza che non viene
sfigurata dal progredire del male. I medici sono meravigliati dalla sua
serenità.
Sperimenta una nuova
nascita.
Il giorno della sua morte è
rivestita di bianco, come lei aveva chiesto. La via era appianata per
l’Incontro, per il Cielo.
C. L.