4 settembre 2005 - 23a domenica t. ord.

Ez 33,7-9 / Rm 13,8-10 / Mt 18,15-20

 

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro

(Mt 18,20)

 

Come può costruirsi una comunità che intenda porsi alla sequela del Crocifisso Risorto? Il vangelo di questa domenica risponde evidenziando due aspetti fondamentali della vita della comunità cristiana: il dovere della correzione fraterna e il valore di essere uniti nel nome di Gesù per poter godere della sua presenza. È consolante e impegna questa espressione: essere riuniti nel nome di Gesù ci ricorda che dove i fratelli si uniscono è presente il Figlio di Dio.

Ma uniti come? Uniti nell’amore proposto da Gesù: «Non c’è amore più grande di colui che dà la vita per i propri amici», e «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Amare nella misura con cui Gesù ha amato noi, fino a dare la propria vita. «Tutto vale se è espressione di sincera fraterna carità. Nulla vale di ciò che facciamo se in esso non vi è il sentimento d’amore per i fratelli: perché Dio è Padre e ha nel cuore sempre e solo i figli» (C. Lubich). Occorre ‘essere l’Amore’. Perché l’amore ci stanzia in Dio. Solo ‘essendo l’Amore’ il nostro modo d’accostare e servire il fratello sarà conforme al Cuore di Dio e ci permette di godere della presenza di Gesù.