3 ottobre 2004 - 27a domenica t. ord.

Ab 1,2-3; 2,2-4 / 2Tm 1,6-8.13-14 / Lc 17,5-10

 

Aumenta la nostra fede!

(Lc 10,5)

 

Una preghiera accorata, quella dei discepoli.

La richiesta di aumentare la fede è in realtà un’invocazione di tutti i cristiani perché, nella vita di ognuno di noi, essa può avere oscillazioni.

Credere infatti, è sentirsi guardati e amati da Dio, è sapere che ogni nostra preghiera, ogni parola, ogni mossa, ogni avvenimento triste o gioioso o indifferente, ogni malattia, tutto, tutto, tutto, dalle cose che noi diciamo importanti alle minime azioni o pensieri o sentimenti, tutto è guardato da Dio.

Se crediamo, e crediamo in un Dio che ci ama, ogni impossibilità può infrangersi. Possiamo credere che si “sradicheranno” l’indifferenza e l’egoismo che spesso ci circondano e che albergano anche nel nostro cuore; che si risolveranno situazioni di disunità in famiglia; che il nostro mondo si avvierà verso l’unità… la pace. Sì, tutto è possibile, se permettiamo a Dio di agire; a Lui, l’Onnipotente, niente è impossibile.

La nostra fede diventerà adamantina, saldissima. Non soltanto crederemo all’amore di Dio, ma lo sentiremo in maniera tangibile nel nostro animo, e vedremo compiersi “miracoli” attorno a noi.

da un commento di Chiara Lubich

 

Quando mia madre mi comunicò che aveva deciso di lasciare papà e di trasferirsi in un altro appartamento, rimasi molto scossa dalla notizia e quasi disperata, ma non le dissi nulla. Altre volte avrei cercato una via di fuga o mi sarei chiusa in camera ad ascoltare musica, ora invece che ero decisa a vivere il Vangelo, mi sentivo attratta a rimanere lì, in mezzo a quella sofferenza e dichiarare il mio ‘sì’ alla croce. Per me quella era l’occasione per credere al Suo amore al di là di ogni apparenza.

In seguito cercai di ascoltare con amore la mamma quando dava sfogo a tutto quello che aveva da dire su mio padre, accantonando la mia opinione. Cercai una via anche per restare vicino a papà.

Qualche mese più tardi i miei genitori erano già all’opera per rimettere in piedi il loro rapporto e fui toccata da una frase della mamma: “Ricordi quando ti dissi che mi sarei separata? La tua reazione mi fece pensare che stavo prendendo una decisione sbagliata”.

Non le avevo detto nulla, soltanto un ‘sì’ a Gesù in silenzio, sicura che Lui si sarebbe preso cura di tutto.

H. B.,  Gran Bretagna