3 aprile 2005 - 2 a di PASQUA

At 2,42-47 / 1Pt 1,3-9 / Gv 20,19-31

Non essere più incredulo, ma credente
(Gv 20,27)

Con queste due apparizioni agli Apostoli, Giovanni chiude il suo vangelo con la più alta ed esplicita espressione di fede, messa sulla bocca di Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» .

Credere, infatti, non significa fideismo o irrazionalità, ma esperienza viva e concreta di una realtà esistente quale è stata per lui la vista del Risorto.

Così siamo anche noi: la nostra fede deriva dall'aver «visto» Gesù vivo in persone concrete, singolarmente o a gruppo.

La stessa Pasqua che stiamo celebrando può diventare nuova occasione per riscoprire Gesù nella Sua Parola di oggi: «Non essere più incredulo, ma credente» .

Credere è ancora possibile perché, se accogliamo l'invito di Gesù ad amarci come Lui ci ha amati, possiamo «vedere» Gesù tra di noi, nelle nostre comunità, nella Chiesa.

E ognuno di noi può essere Gesù per gli altri.

«Vivere l'attimo presente» e «vedere Gesù nell'altro»: queste realtà mi avevano profondamente attirata quando ne avevo sentito parlare. Con altre ragazze mi recai a Berlino per conoscere questi nuovi amici. La proposta di iniziare subito e di vivere quanto avevo capito mi affascinò moltissimo.

«Perché non cominciamo subito, in treno, anche se siamo poche?», pensai mentre ero ancora sul marciapiede della stazione.

Poco dopo la partenza del treno dovemmo lasciare il vagone nel quale eravamo, per salvarci da un marinaio ubriaco. E ci spostammo in avanti nel treno, pieno zeppo. A un tratto sentimmo delle urla: sopra di noi improvvisamente c'era il cielo azzurro e attorno dei feriti. Un treno merci si era scontrato con il nostro, trascinando via alcuni vagoni e appiattendone altri. Molte persone che erano in quei vagoni erano morte. Noi eravamo ancora sane e salve e potevamo scendere dal treno. Lasciammo i nostri cappotti ai feriti, aspettando che arrivassero gli aiuti. Il vagone nel quale eravamo sedute prima era stato particolarmente danneggiato.

Questo fatto mi colpì profondamente: «Se sono rimasta illesa, voglio dire a Te il mio sì, Gesù”. Cominciai quindi a vivere l'attimo presente e a vedere Gesù in tutti.

E. L., Germania