3 marzo 2002 – 3ª QUARESIMA

Es 17,3-7 / Rm 5,1-2.5-8 / Gv 4,5-42

 

CHI BEVE L’ACQUA CHE IO DARÒ NON AVRÀ PIÙ SETE

Gv 4,13

Alla Samaritana Gesù parla dell’acqua: per chi ha consuetudine col deserto è l’elemento più desiderato! E come il deserto fiorisce solo dopo una pioggia abbondante, così i semi sepolti in noi col Battesimo possono germogliare solo se irrorati dalla Parola di Dio, che suscita in noi la Vita e la mantiene per l’eternità.

Le parole di Gesù sono rivolte a tutti noi, assetati di questo mondo: a tutti Gesù svela dove possiamo trovare la risposta ai nostri perché, e la piena soddisfazione dei nostri desideri.

Ogni attimo in cui cerchiamo di vivere il Vangelo è una goccia di quell’acqua viva che beviamo. Ogni gesto d’amore per il nostro prossimo è un sorso di quell’acqua. Sì, perché quell’acqua così viva e preziosa ha questo di speciale, che zampilla nel nostro cuore ogniqualvolta l’apriamo all’amore verso tutti. È una sorgente, quella di Dio, che dona acqua nella misura in cui la sua vena profonda serve a dissetare gli altri, con piccoli o grandi atti di amore.

Dunque, per non soffrire la sete, dobbiamo donare l’acqua viva che attingiamo da Lui in noi stessi. Basterà una parola talvolta, un sorriso un semplice cenno di solidarietà, per darci di nuovo un sentimento di pienezza, di soddisfazione profonda, uno zampillo di gioia. E se continuiamo a dare, questa fontana di pace e di vita darà acqua sempre più abbondante, senza mai prosciugarsi.

stralci da un commento di Chiara Lubich

 

Sono malata e molto sofferente a causa di una menomazione fisica che mi ha semiparalizzata, costretta a stare in carrozzella. Come è vero “i disegni di Dio non sono i nostri”! Lui ha permesso prima la mia incredibile e misteriosa conversione e poi mi ha messo a dura prova. Mi domando: cosa sarebbe avvenuto se questa grande prova fosse giunta in concomitanza con la mia vita disordinata, lontana da Lui? Allora sì che mi restava solo la disperazione!... All’inizio ho avuto momenti di ribellione, è umano, ma il Signore mi ha dato la forza di reagire, tanto da vedere la mia situazione in un’ottica diversa, ed ora ringrazio Dio che tutto dispone per il nostro bene, anche se a noi ogni sofferenza sembra assurda. Accetto ogni Suo progetto perché è sempre un progetto di amore infinito, anche se è difficile sopportare, in solitudine e silenzio, un così enorme peso psicologico e fisiologico. Spesso mi sorprendo a piangere, ma sono lacrime di gioia per tutto ciò che il Signore mi ha donato. Spesso il pensiero corre con amarezza a tante ragazze che come me hanno fatto o fanno ancora l’esperienza triste e assurda di una vita senza ideali, in preda allo sfruttamento della prostituzione. Anche per loro la mia preghiera, con la speranza e la certezza che possano anche loro fare la bella esperienza di un gioioso abbraccio del Padre Misericordioso: solo Lui può operare prodigi strepitosi...

dalla testimonianza di Maria di Napoli