2 maggio 2004 - 4a di Pasqua

At 13,14.43-52 / Ap 7,9.14b-17 / Gv 10,27-30

 

Conosco le mie pecore ed esse mi seguono

(Gv 10,27)

 

La Giornata mondiale per le Vocazioni di speciale consacrazione che si celebra oggi in tutta la Chiesa, ha a fondamento quel personale rapporto di conoscenza e di amore che Gesù manifesta nel Vangelo di questa domenica; legame questo così profondo verso le “sue pecore”, ossia verso ogni persona che accoglie di mettersi alla sua sequela, che trova il suo modello in quel rapporto di comunione, di dialogo, di amore e di unità che c’è nella Trinità.

Il Signore ci conosce nel più profondo. Non si meraviglia dei nostri limiti e fragilità, anzi, se  con fiducia gli apriamo il cuore e lo seguiamo, porterà a compimento anche attraverso ciascuno di noi un suo particolare progetto di amore. La sua Parola accolta, pregata e vissuta, non solo ci inserisce in un rapporto di intimità e di comunione vera con Lui, ma ci fa diventare suoi gioiosi discepoli, ci plasma in altri Gesù. Sapremo vedere con occhi nuovi la nostra vita, contrassegnata da manifestazioni particolari del suo amore gratuito, anche se non sempre comprensibili e, come Lui, scopriremo la gioia di ridonare questa vita al servizio di Dio e dei fratelli.

 

Figlia di una numerosa famiglia contadina della provincia di Modena, seconda di 13 figli, a ventun anni lascia la sua casa, rinuncia al matrimonio con un giovane al quale era fidanzata, rinuncia ad una propria famiglia perché ha scelto di diventare madre di figli messi al mondo da altri. Abbraccia con l’entusiasmo della sua giovane età il sogno di don Zeno: dare vita ad una comunità che sia una famiglia di famiglie dove ci sia posto per tutti. Norina diventa una delle mamme di Nomadelfia.

In questa comunità è diventata madre di 74 figli. esistenze che ha accompagnato, sostenuto, a cui ha insegnato a camminare da cristiani nella vita, con le quali ha condiviso i piccoli gesti del quotidiano, un quotidiano spesso molto povero di mezzi e di cose. Sorgente di questa scelta a cui non sono mancati dolori, incomprensioni, fatiche ed anche la tentazione di lasciare tutto, è stata per Norina permettere che una frase del Vangelo diventasse per lei la sua vita: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me, e chi accoglie non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”(Mc 9,37).

da “Nomadelfia è una proposta”