1/12/2002 - 1a AVVENTO
State attenti,
vegliate! (Mc 13,33)
La venuta del Redentore è l’evento sospirato da
sempre dall’umanità, che sente il bisogno della comunione con il Figlio (s.
Paolo).
Se consideriamo poi il bisogno di pace e di
giustizia dell’uomo di oggi e lo stesso nostro anelito alla serenità, ci viene
spontaneo rivolgerci a Dio con le invocazioni del profeta Isaia: “Tu, Signore,
sei nostro Padre, noi siamo opera delle tue mani. Perché, Signore, ci lasci
vagare lontano dalle tue vie? Ritorna per amore dei tuoi servi”.
L’Avvento è la grande occasione per riscoprire,
secondo la parola del Papa, il volto misericordioso di Dio e lasciarci
sorprendere dalla delicatezza del suo amore. Anche quest’anno ci prepara a
contemplare il Dio bambino, che viene fra di noi per condividere la nostra
esistenza.
Il Vangelo ci invita a non lasciarci sorprendere
impreparati: “State attenti, vigilate”. Usciamo dunque dalla nostra
superficialità per cogliere la nuova rivelazione del suo amore. Non è questa
un’esortazione a star vigilanti per paura, ma ad avere la confidenza dei giusti
del primo Testamento, che si
rivolgono a Lui con fiducia “Tu
sei nostro Redentore” (Is 63,16) e
attendono di contemplare il suo volto.
Nello stesso tempo è una vigilanza operosa: a
ciascuno dei servi il padrone assegna il proprio compito. Si tratta
specialmente di essere vigilanti nella fraternità. Quante occasioni per accogliere
l’invito della Chiesa ad aprirci ai fratelli con le iniziative dell’Avvento,
imponendoci uno stile sobrio di vita, dal quale nascono le opere di carità.
Esempio: mettere da parte i frutti di qualche nostro risparmio, star vicini a
un malato, a una famiglia che soffre,
rinunciare ai regali costosi, ecc.
Anche quest’anno Gesù si presenta alla nostra porta
e ci chiede di aprirgli.
Giovanni R.
Il mese scorso
abbiamo ospitato una giovane extracomunitaria , che si trova in Italia in cerca
di lavoro. La possibilità di accoglierla ci dava gioia. Dopo il primo giorno
però, la mia generosità ha cominciato a scricchiolare: il suo atteggiamento
troppo servizievole, il doverle insegnare le cose mi inquietavano.
È stato il
momento di fermarmi, di rinnovare l’impegno
di solidarietà preso. Mi è tornato dentro una pace che ha portato a
un’intesa, ad una collaborazione, a uno scambio di opinioni, di consigli.
Una sera in
cui era un po’ triste mi ha detto che si ritirava per andare a pregare. Allora
le ho chiesto se era contenta che pregassimo insieme. Abbiamo recitato il
rosario, affidando a Maria in modo particolare la ricerca del lavoro e la sua
famiglia. Si è stabilita fra noi un’intesa forte, un’amicizia che sicuramente
l’aiuterà nel lavoro che ora ha trovato.
P. R.