1
maggio 2005 - 6a di PASQUA
At 8,5-8.14-17
/ 1Pt 3,15-18 / Gv 14,15-21
A chi
mi ama mi manifesterò
(Gv 14,21)
Gesù risorto prepara i suoi discepoli alla sua
definitiva partenza e salita al cielo. Rendendosi conto della paura e dello
sgomento di questa notizia, li incoraggia assicurando loro «Non abbiate paura, non vi lascerò orfani... resterò con voi sino alla
fine del mondo...».
Iniziava così una nuova era
per il mondo, caratterizzata dalla presenza
del Risorto. Una presenza che
riunisce tutte le genti di ogni epoca e luogo e che introduce nel regno d’amore
del Padre. Gesù infatti ha detto: «A chi
mi ama mi manifesterò”.
Dopo duemila anni, dove possiamo incontrarlo oggi? Egli
desidera essere incontrato, aiutato e amato nel povero, nel disprezzato, nel
piccolo, nell’ammalato... È presente nella comunità cristiana, nella sua
Parola, nell’Eucaristia, dove due o più sono uniti nel suo nome.
La sua presenza è la luce di cui abbiamo assoluta necessità
specialmente quando ci sentiamo poveri, soli, fragili, nell’insicurezza. È la forza che spinge a ripartire tutte le
volte che siamo stati bloccati dai nostri limiti.
Siamo una famiglia venuta dal Sud e ci siamo
trasferiti in una cittadina del Piemonte. Non vi raccontiamo tutti gli incubi,
le peripezie, la fame, gli sfratti che hanno condizionato la nostra vita. Ma,
ringraziando Dio, dopo alcuni anni di prove, piano piano ci siamo inseriti,
abbiamo trovato lavoro, una casa decente, ci siamo riavvicinati alla
parrocchia.
E qui, nella vita della Comunità, ci stiamo rendendo
conto che le prove passate ci hanno arricchito di una grande sensibilità verso
chi si trova ora nelle difficoltà nostre di un tempo. Chi non l’ha provato non
può capire!...
Sentiamo che Dio non vuol farsi scoprire ed amare
solo in Chiesa, ma in ogni fratello o sorella che ha bisogno del nostro amore.
S. N.