LUI TI VIENE INCONTRO

 

“Io sto alla porta e busso…” dice Dio (Apocalisse 3,20). E io, cosa faccio? Ho paura, per quel che non conosco? Oppure ho voglia di nuovo?

La porta che si apre, è un effetto del tempo di Avvento. Avvento deriva da una parola che vuol dire “venuta, av-venimento”, arrivo di un personaggio importante. Chi aspetta la venuta di un amico si prepara, addobba la casa, attende con ansia, se è il caso rimane sveglio, apre il cuore per accoglierlo, fa festa quando arriva.

Aprire la porta è farsi incontro a Dio. E se, accogliendo Colui che viene, ti aprissi a te stesso?

Accogliere è scoprire qualcuno e, nello stesso tempo, ricevere molte cose, meravigliarsi, porsi delle domande, ma anche impegnarsi, dare qualcosa di sé per andare verso l’altro.

Scrive, in una profonda meditazione, il vescovo Klaus Hemmerle:

 

“Lui non rimane al portone chiamandoti.

Non sale sul podio.

Ti viene incontro,

viene fino a te.

Vagli incontro,

va’ incontro a Colui per il quale

non c’era posto in nessuna locanda.

Vagli incontro

sino a quel luogo

che sta fra te e me.

Vagli incontro

fino a te stesso”. 

 

È profondamente vero che l’Avvento è un’occasione particolare per andare incontro al Signore, ma è altrettanto vero che è Lui che per primo viene incontro a noi, bussa alla porta del nostro cuore, desidera entrare per cambiarci la vita. È Gesù che entra in noi, o siamo noi ad entrare in Gesù?

Anche questa è una “porta” che ci aiuta a fare esperienza viva dell’Incarnazione, della meravigliosa realtà di Dio che si fa uomo perché anche noi possiamo diventare come Lui, sempre più a sua immagine.

Umberto S.