giugno 2005

 

LE TRE COMUNIONI

 

Un mio amico parroco mi ha sorpreso in questi giorni dicendo «Quest’anno farò tre celebrazioni della comunione…». Incuriosito, con semplicità mi ha spiegato che, quando si è a Messa, può essere anche facile «fare» la comunione, ma non basta; occorre soprattutto «vivere» la comunione, e questo è molto più bello e più affascinante…perché non c’è un modo solo, una strada unica per entrare in comunione con Gesù. Ecco allora il perché delle «tre comunioni».

C’è la comunione dell’Eucaristia , quella con cui attraverso il segno del pane e del vino esprimiamo il legame tra la mia vita e la sua vita che entra in me: è il segno più forte, bevo il suo sangue, mangio la sua carne! Vuol dire calarmi nei suoi sentimenti, nei suoi pensieri, nei suoi gusti.

Ma anche l’ascolto della Parola è già comunione con Gesù: io ascolto e accolgo in me la sua parola comunicando con lui. Non basta ascoltare: è solo mettendola in pratica che la Parola, diventando vita, mi trasforma in un altro Gesù! E quando comunico a qualche altro le esperienze sulla Parola vissuta, la comunione cresce ancora!

E c’è anche una terza comunione, forse la più impegnativa: la comunione con il fratello. La comunione con l’Eucaristia dura pochi minuti, quella con i fratelli continua fuori della chiesa, in ogni passo che faccio, in ogni azione che compio. È farsi prossimo, amando tutti; è un dare e un ricevere per crescere nell’amore scambievole; è essere solidali nel condividere.

Tutte e tre queste comunioni sono importanti: ci aprono a ciò che il mondo di oggi aspetta da ciascuno di noi. Vanno vissute non separatamente, ma insieme, perché una richiama l’altra: è lo stesso Gesù da incontrare in tre modi diversi, ma non meno veri!

Umberto S.