maggio 2004

MARIA, DONNA “EUCARISTICA”

 

I Vangeli, nel racconto dell’istituzione dell’eucaristia, non parlano della presenza di Maria durante l’Ultima Cena. Si sa invece che ella era presente tra gli apostoli, “concordi nella preghiera” (Atti 1,14), nella prima comunità radunata dopo l’Ascensione in attesa della Pentecoste. Questa sua presenza non poté certo mancare nelle celebrazioni eucaristiche tra i fedeli della prima generazione cristiana, assidui “nella frazione del pane” (Atti 2,42).

Proviamo allora per un momento ad immaginare i sentimenti di Maria, nell’ascoltare dalla bocca di Pietro, Giovanni e Giacomo e degli altri apostoli le parole dell’Ultima Cena: “Questo è il mio corpo dato per voi” (Luca 22,19). Quel corpo dato in sacrificio e ripresentato nei segni sacramentali era lo stesso corpo concepito nel suo grembo! Ricevere l’eucaristia doveva significare per Maria quasi un ri-accogliere in grembo quel cuore che aveva battuto all’unisono col suo e un rivivere ciò che aveva sperimentato in prima persona sotto la croce.

Per questo Giovanni Paolo II dedica l’ultimo capitolo della sua enciclica Ecclesia de Eucharistia invitando tutti a mettersi “Alla scuola di Maria, donna ‘eucaristica’” per assumerne i medesimi sentimenti. L’intera vita di Maria è “eucaristica” per l’atteggiamento interiore avuto nei confronti di Gesù. Il suo cammino di fede è stato un continuo riviverlo nel sì dell’annunciazione, nella carità della visitazione, nel sacrificio della passione, nella gioia della risurrezione.

Vivere l’eucaristia significa anche per noi conformarci a Cristo, diventare altri Gesù, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei.

Il mese di maggio sia occasione continua per questa profonda meditazione sulla presenza di Maria nelle nostre celebrazioni eucaristiche, così che anche noi possiamo rivivere lei, ripresentando la presenza di Gesù al mondo d’oggi con la nostra vita.

Umberto S.