MARIA, STELLA DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

 

Tante volte mi ritrovo, al termine di serate intense, a percorrere il breve tratto di strada fino a casa guardando il cielo stellato. È sempre uno spettacolo affascinante, favorito dal silenzio dei colli che mi circondano. Non mi fanno paura né il buio, né la solitudine, né il silenzio, confortato dalla compagnia delle stelle che punteggiano l’oscurità.

Ritengo che questa fosse l’immagine presente anche nel cuore di Giovanni Paolo II quando, al termine della sua lettera “Novo millennio ineunte”, definisce Maria “stella della nuova evangelizzazione”, “guida sicura del nostro cammino” (N.M.I. 58).

A volte ci sentiamo come persi davanti al mare dei bisogni dell’umanità, anche solo guardando attorno a noi: quanti dolori e incomprensioni! quanto bisogno d’amore e di qualità di vita! Eppure, solo quando è buio si vedono le stelle! Così è di Maria nella nostra vita: la sua presenza discreta, spesso nascosta, risalta quando vengono a mancarti altri punti di riferimento. La sua vita semplice nella casa di Nazaret diventa modello di una presenza che cambia il mondo dal di dentro: lei, capace di penetrare nella più alta contemplazione pur rimanendo mescolata fra tutti; persa tra la sua gente nel suo villaggio, ma capace di disegnare con il Magnificat ricami di luce su tutta l’umanità; lei, la sede della sapienza, che abita nella bottega del falegname!

Vivere così, come Maria, ci permette di far risaltare la presenza di Gesù, il vero sole della nostra vita. Significa rimanere nell’ombra perché risalti la luce, farsi silenzio perché risuoni una divina armonia.

Una personalità spirituale del nostro tempo, Chiara Lubich, definisce Maria come il cielo capace di contenere in sé anche la luminosità del sole. È un’immagine che ci aiuta a capire Maria come madre di Dio, e che ci fa sentire come il vivere come Lei non è un vivere meno, mortificato, perché nell’ombra; è vivere invece la grandezza dell’amore, che arriva anche a farsi niente pur di arrivare a contenere dentro di sé l’amato!

È certamente un modo diverso di evangelizzare, dove non si conquista, ma si ama; dove non risaltano più le singole persone, ma Dio in loro; dove Gesù viene continuamente generato nei mille atti d’amore che la vita d’ogni giorno ci suggerisce. Ma abbiamo bisogno della compagnia di Maria come di una stella: per non perderci e scoraggiarci, per trovare sempre la giusta direzione e il modo più adatto per continuare la presenza di Gesù sulla terra.

Umberto S.