aprile 2006

IL CORTEO DELLA VITA

 

Sto uscendo, pensieroso, dal cimitero al termine di una liturgia funebre; e all’ingresso mi si fa incontro una signora che non vedevo da alcuni mesi, proprio dal giorno del funerale del marito. Che coincidenza questi due cortei che incrocio davanti all’esperienza della morte! Un funerale, uno sguardo un po’ fatale sulla vita, una solidarietà fatta di commiserazione e anche di domande, e dall’altra una speranza, una vita che prosegue, una strada che va oltre.

È Gesù che scompone e altera l’esistenza, fa diventare la conclusione un inizio e il sogno una realtà. La Pasqua ci ricorda che la morte davanti a lui è impotente, si ritira. Davanti a Lui i due cortei, quello della disperazione e quello della speranza, si sciolgono e si ricompongono in una nuova realtà, sono uniti da una certezza: non siamo soli e abbandonati a noi stessi nella vita, Dio è con noi! Le speranze che abitano nel cuore di ogni persona e che ci fanno sperare contro ogni speranza, l’amore che proviamo e che sentiamo essere più forte della morte, non sono consolazioni ingannatrici. E questo è solo un segno, uno spostamento della data della morte. La Pasqua è qualcosa di più grande, di definitivo, di radicalmente nuovo, di insperato: una nuova vita piena, felice, nelle braccia di Dio!

Prima di arrivare a questo traguardo, ci sarà ancora un altro corteo solo di dolore, quello del Calvario: un corteo così numeroso e così forte da dare spesso l’impressione di vincere, di essere definitivo, di affossare ogni speranza. Gesù è risorto e ogni gesto di pace, di perdono, di speranza e di gioia, di amore e di felicità, fa sì che il corteo della vita continui il suo cammino sulle strade del mondo!

 

Umberto S.