IL VOLTO DEL RISORTO

 

La telecamera riprende dall’alto il mare di gente al concerto di un big della canzone... poi restringe il campo e inquadra volti estasiati di giovani e adolescenti, labbra che si muovono all’unisono, pelle sudata che freme, mani che si protendono verso il loro idolo e cuori che battono a mille...

Ora cambio canale e mi imbatto nell’interno di una chiesa; un’altra telecamera fruga tra sguardi persi nel vuoto, volti assonnati, labbra ermeticamente chiuse, pensieri che vagano tra il prima e il dopo della Messa...

Il volto del Risorto! Dove cercarlo, dove contemplarlo, se le nostre chiese troppo spesso sembrano musei da visitare o cimiteri presso i quali versare qualche lacrima o rimpiangere un passato ormai lontano? Quale lampo di luce e di gioia avrà percorso il volto della Maddalena quando, giungendo trafelata dagli apostoli, disse loro: “Ho visto il Signore!”? Quale fuoco avrà toccato il cuore dei due discepoli di Emmaus dopo l’incontro con lo sconosciuto, poi rivelatosi come il Risorto? Quale vento impetuoso avrà spinto la corsa di Pietro e Giovanni verso il sepolcro?

Troppe volte ci fermiamo in contemplazione soltanto del volto insanguinato e crocifisso, senza riuscire o volere andare al di là di quella piaga; diamo alla nostra fede un valore puramente consolatorio o nostalgico, perdendo così la possibilità di oltrepassare quella porta spalancata al mondo nuovo della Risurrezione. Questa porta è l’amore. “Siamo passati dalla morte alla vita, afferma S. Giovanni, perché amiamo i fratelli”.

Ecco il volto nuovo della Chiesa, il volto luminoso dei discepoli che sanno attingere luce e forza dall’amore scambievole! Il volto del Risorto lo manifesto quando il mio sguardo interiore è sempre rivolto al  Padre, fonte dell’amore; il volto del Risorto lo incontro quando, vuoto di me stesso, mi faccio uno con il fratello, facendo mie le sue croci e le sue gioie.

«È a Cristo risorto che ormai la Chiesa guarda, scrive il Papa nella ‘Novo Millennio Ineunte’ (n° 28), ponendosi sulle orme di Pietro, che versò lacrime per il suo rinnegamento, e riprese il suo cammino confessando a Cristo, con comprensibile trepidazione, il suo amore: “Tu sai che io ti amo” (...) A duemila anni di distanza da questi eventi, la Chiesa li rivive come se fossero accaduti oggi. Nel volto di Cristo essa, la Sposa, contempla il suo tesoro, la sua gioia: “quanto è dolce il ricordo di Gesù, fonte di vera gioia del cuore”! Confortata da questa esperienza, la Chiesa riprende oggi il suo cammino, per annunciare Cristo al mondo, all’inizio del terzo millennio: Egli “è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8).»

Alberto P.