marzo 2006
AVVOLTI DELLA SUA LUCE
Era stata
un’escursione ad un eremo, con vista stupenda sul lago di Garda, con un pizzico
d’avventura: avevamo dovuto fare un pezzo di strada a piedi perché il piccolo
fuoristrada era troppo carico, avevamo visto camosci e scoiattoli attraversare
il sentiero e, finalmente, ecco apparire la piccola costruzione. Proseguendo
qualche passo per cercare un punto panoramico dal quale vedere il lago
sottostante, ecco davanti a noi una croce luminosa: era una semplice croce di
legno, ma dal sentiero in salita il sole che le stava dietro l’aveva
avvolta con i suoi raggi rendendola così luminosa da essere a malapena
distinguibile in controluce.
Davanti a
problemi apparentemente insolubili, a contrasti e incomprensioni, a dolori
fisici o a sofferenze intime, ci capita nel migliore dei casi di vedere solo
la croce, con tutta la sua nudità e il suo carico
di pesantezza. Ci rassegniamo, sopportiamo, andiamo avanti, ma con fatica. A
volte ci manca un sole, una luce così forte da avvolgerci e da riempirci così
tanto il cuore da non vedere più il dolore ma solo l’amore.
L’esperienza
che siamo chiamati a vivere seguendo Gesù in questo
tempo di Quaresima è questa: imparare da Lui, quasi come una divina alchimia, a
trasformare ogni dolore in amore, ogni oscurità in luce. Si tratta
semplicemente di affidare a Dio, quasi donandolo, ogni peso e ogni dolore
interiore o fisico: come un pezzo di legno diventa brace, come il ferro si
arroventa al fuoco, così se ci lasciamo avvolgere dal sole dell’amore di Dio
anche ogni nostra sofferenza viene trasformata in
luce. Diventiamo, quasi senza accorgercene, più attenti, più sensibili, più
capaci di portare gli uni i pesi degli altri. E facendo così, il nostro peso si allevia e resta solo la
luce. Più ci affidiamo alla luce dell’amore di Dio, e più il suo amore
scende nei cuori!
Umberto S.