Marzo 2003

SOTTO LA CROCE, CON MARIA

Una signora, tra le lacrime, mi racconta del suo dolore nel vivere la solitudine in casa, dopo la morte del marito; a questo si aggiunge l’improvvisa morte di un cognato, causata da un pirata della strada, e la preoccupazione per lo stato di salute del genero: “Dall’anno scorso, da quando è morto mio marito, me ne sono capitate di tutti i colori; perché capitano a me tutte queste cose?”. La invito semplicemente a pregare il Crocifisso, a guardarlo spesso durante la giornata; le ricordo quelle parole, sulla croce, dentro le quali possiamo mettere anche il nostro dolore: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34). La signora si asciuga le lacrime, riconosce nella Passione di Gesù un dolore ancora più grande del suo, ritorna a casa certa della vicinanza di Dio anche in questo momento di buio della sua vita.

Da sempre la fede cristiana, specialmente nel tempo di Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis e la preghiera dei misteri del dolore nel Rosario, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell’amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza. Nel Getsemani il Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell’umanità, e di fronte a tutti i peccati dell’umanità, per dire al Padre: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli, emerge dai misteri seguenti, nei quali tocca il più grande abbassamento: “Ecco l’uomo!”. In questa umiliazione è rivelato non soltanto l’amore di Dio, ma il senso stesso dell’uomo: chi vuol conoscere l’uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, che si abbassa per amore “fino alla morte, e alla morte di croce” (Fil 2,8).

Riconoscere nei dolori, negli imprevisti, nelle delusioni e nei fallimenti della vita il volto del Cristo sofferente, ci dà quella luce che ci permette di non sentirci mai soli. Possiamo “rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la croce accanto a Maria, per penetrare con Lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice” (Rosarium Virginis Mariae, 22).

 

 

Umberto S.