Febbraio 2003

UN OSPITE PARTICOLARE

 

Mi capita abbastanza spesso di cenare insieme a qualche famiglia: mi diverto a guardare il comportamento dei bambini più piccoli, che vogliono fare tutto come i grandi; i più grandicelli, che cercano di inserirsi nei discorsi di noi adulti; mamma e papà, che mangiano, servono a tavola, controllano con un’occhiata che tutti siano a loro agio.  I discorsi dei genitori e dei figli, che talvolta spaziano dalla scuola materna alle superiori, scorrono con così tanta semplicità e varietà, da non far sentire il bisogno di accendere la televisione. Anche i più piccoli, attirati dalla presenza dell’ospite, difficilmente scappano via dalla tavola, se non per mostrarmi qualche giocattolo o disegno.

Eppure, anche nei giorni nei quali non invitiamo a tavola nessuno, c’è sempre un ospite che bussa alla porta di casa nostra: è Gesù, presente in mezzo a noi nel nostro amore scambievole; realmente presente in ogni atto d’amore (e la vita di famiglia è piena di momenti così!), ma in modo così discreto da passare fin quasi inosservato, se non fosse per alcuni flash con i quali ci accorgiamo che Lui abita nella nostra vita. 

Uno di questi momenti privilegiati, nei quali splende la presenza di Gesù, è la preghiera in famiglia. Nella sua Lettera sul Rosario, Papa Giovanni Paolo II così si esprime: “I singoli membri della famiglia, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio…La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui speranza e forza per il cammino” (Rosarium Virginis Mariae, 41).

Ci auguriamo tutti di non perdere le occasioni per una sosta, un dialogo, una cena con un Ospite così importante!

 

Umberto S.