APRITI! C’È UN MONDO CHE TI ASPETTA
“Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa
parlare i muti!” (Mc 7,37) è il brano di Marco scelto dai responsabili delle comunità
cristiane di Umlazi (Sud
Africa), come ricerca dell’unità tra le Chiese e come risposta alle sofferenze
umane.
I miracoli di Gesù sono l’espressione del suo
amore e “segni” del mondo nuovo che è venuto a
instaurare. La guarigione del sordomuto è segno che Gesù vuole donarci una capacità
nuova di intendere e di parlare.
“Effatà” è stata la
parola pronunciata anche su di noi, al momento del battesimo.
Ci dice effatà perché ci apriamo
all’ascolto della Parola di Dio e di tutti quelli nei quali si è identificato:
ogni persona, soprattutto i piccoli, i poveri, i bisognosi e ad instaurare un
dialogo con loro fino a condividere la propria esperienza evangelica.
Questa parola ci chiede di infrangere la nostra
“sordità”, far tacere i rumori che, dentro e attorno a noi, ci
impediscono di ascoltare la voce di Dio, della nostra coscienza,
dei nostri fratelli e sorelle.
“Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa
parlare i muti!”.
Da tante
parti ci giunge una richiesta di aiuto: un
bambino che domanda attenzione, una coppia di sposi in difficoltà, un ammalato,
un anziano, un carcerato che ha bisogno di assistenza. Ci giunge il grido di cittadini che implorano una città più vivibile,
di lavoratori che reclamano giustizia, di popoli interi a cui è negata
l’esistenza. Distratti da mille interessi e attrattive
o ripiegati sui nostri bisogni, ci può capitare di far finta di non sentire.
Gesù ci domanda di “ascoltare” per portare
insieme agli altri le difficoltà e le preoccupazioni,
per condividere le gioie e le attese, in una ritrovata solidarietà. Ci invita a trovare il coraggio di parlare per
partecipare le esperienze e le convinzioni più profonde; per intervenire a
difendere chi non ha voce; per fare opera di riconciliazione; per proporre
idee, soluzioni, strategie nuove…
Quando ci sembra di non
farcela, pensiamo a Gesù che “ha fatto bene ogni cosa: ha fatto udire i
sordi e parlare i muti!”.
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