UNITÀ: UTOPIA O REALTÀ ?

“Oh! L’unità, l’unità! Che divina bellezza!, esclama Chiara Lubich in uno dei suoi scritti. Non abbiamo parole umane per dire che cosa sia. È ineffabile come Dio! Si sente, si vede, si gode... ma è ineffabile! Tutti godono della sua presenza, tutti soffrono della sua assenza. È pace, gaudio, amore, ardore, clima di eroismo, di somma generosità!”.

Unità! Che cosa contiene di magico questa Parola da affascinare le persone e spalancare cuore e mente, fantasia e creatività e far sognare un mondo nuovo?

“Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza!”, disse Dio nel creare l’uomo. E Dio è Trinità: è pluralità di persone, Padre - Figlio - Spirito Santo; è comunione di persone intimamente legate tra loro da una ineffabile unità.

Dunque anche in noi portiamo il fascino di questa comunione. Il desiderio di essere e di fare famiglia costituisce il nostro più forte DNA!

Dio è Amore,  ricorda S. Giovanni; dunque: siamo nati dall’Amore, cresciamo nell’Amore, maturiamo per l’Amore, viviamo per l’Amore... e quando l’Amore si spegne, la vita stessa finisce.

Unità e pluralità, è come dire somiglianza e diversità, identità e complementarietà. In un mondo che si è scoperto piccolo, ma ricco di doni, carismi e potenzialità, l’esperienza che proprio nella diversità si scoprono la ricchezza e la complementarietà, apre il cuore e la mente a nuovi e insospettati orizzonti nei rapporti tra persone, famiglie, comunità, popoli, religioni, istituzioni...

Mai come quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani (18-25 gennaio) esprime tutta l’urgenza di diventare tutti costruttori di pace! Quando si attua  un effettivo rapporto di comunione, la nostra vita cambia. Entrare in contatto con l’altro vuol dire, infatti, accettarlo sinceramente come egli è, altrimenti il contatto non è possibile. Colui che ha un giudizio negativo, anche inespresso, verso chi si rivolge a lui, non può stabilire nessun rapporto, nessun dialogo. Solo un atteggiamento che sia rispettoso dell’altro, della sua dignità infinita come persona, per quanto possa essere offuscata da ferite o da situazioni sfavorevoli, può arrivare a stabilire un autentico contatto interpersonale benefico; e sappiamo che “si passa dalla morte alla vita amando il fratello” (1 Gv 3,14) e che nell’amore vero c’è il superamento di ogni limite personale.

Indicandoci come ci si deve educare alla comunione e suggerendoci di considerarla non come una conquista umana ma come grazia, il Papa sottolinea: “Spiritualità di comunione significa innanzi tutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi e la cui luce va colta sul volto dei fratelli che ci stanno accanto”. (N.M.I., 43).

Unità: strada maestra possibile a tutti per diventare credibili costruttori della civiltà dell’Amore!

Dino Bertato