Fra le due parti

Di Markus Niklas

Un momento di contrasto fra i seminaristi e i responsabili in un seminario di lingua tedesca diventa l’occasione per prendere maggiormente coscienza di cosa significa essere una comunità. L’impegno decisivo di uno degli studenti.

Durante l’ultimo semestre la nostra vita era segnata da tensioni fra i responsabili della nostra casa ed i seminaristi. Attorno alla ristrutturazione di una parte del seminario sono nate discussioni accese. Molti attendevano con ansia certe innovazioni nel progetto formativo che si sarebbero dovute ripercuotere anche nella disposizione della casa, come ad esempio la suddivisione in piccole comunità di vita al posto dei lunghi corridoi, ecc. E invece nulla di tutto questo sembrava verificarsi.

Proprio in quel periodo sono stato eletto rappresentante degli studenti, per cui mi trovavo quotidianamente alle prese con questi problemi. Anche per me era difficile comprendere come mai non si era colta questa opportunità per aprire un dialogo sulle questioni di fondo della formazione sacerdotale, ma capivo di dover essere nel seminario, anche attraverso il mio incarico, un costruttore d’unità.

Ben presto ho sperimentato quanto sia arduo trovarsi tra le due parti: da un lato i miei amici con le loro idee e le loro proposte; dall’altro il rettore ed i formatori ai quali volevo riservare non meno amore. Non era facile essere in ogni momento all’altezza di questa sfida. Spesso ero tentato di schierarmi dall’una o dall’altra parte. In quelle settimane ho potuto sperimentare che cosa significhi essere fedeli a Gesù abbandonato. Ogni giorno gli ho ridetto il mio .

Ad un certo punto c’è stata un’assemblea della comunità per parlare insieme dei lavori e mettere in comune le nostre idee. A me sarebbe toccato esserne il moderatore e mi sono proposto di attutire le polarizzazioni. Con un altro studente, anch’egli molto impegnato a promuovere in seminario la vita di comunione, prima dell’incontro ci siamo promessi di sostenerci a vicenda in ogni modo. Volevamo essere soltanto amore per gli altri. Forte di questo proposito, ho rinnovato il mio sì a Gesù in croce.

L’assemblea ha avuto un esito abbastanza buono. Molti dei seminaristi avanzavano proposte costruttive ed erano anche disposti a metterle in discussione. E’ nato pure un rapporto nuovo col rettore e potevamo capire meglio le sue idee.

C’è stato poi un colloquio con i rappresentanti della diocesi, nel quale abbiamo potuto presentare le nostre proposte. Erano ormai pronti i progetti e non vi era molta possibilità di modificarli, ma abbiamo potuto far presente – ed è stato accolto – il nostro desiderio di avere in ogni corridoio un ambiente comune.

L’atmosfera in casa da allora è migliorata. Abbiamo preso maggiormente coscienza di cosa significhi essere una comunità.